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giovedì 14 maggio 2015

Una precisazione importante e doverosa...

Recentemente ho ricevuto una Mail (mandata anche alla mia fidanzata che in questa vicenda non centra assolutamente niente) da don Ricossa che mi accusa di calunnia nei suoi confronti e di aver far fatto parte della setta Neocatecumenale quindi non saprei cosa dico faccio e scrivo. Faccio presente al don Ricossa che l'articolo non è stato redatto da me ma da un mio caro conosciente quindi ritengo doveroso che la risposta alla Mail di don Ricossa la faccia l'autore stesso dell'articolo in questione, per quanto riguarda la mia ex appartenenza alla setta diabolica Neocatecumenale risponderò personalmente a tempo debito con i giusti toni riguardosi alla fede...
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                       http://www.wakeupnews.eu/wp-content/uploads/2013/02/sedevacantisti-conclave-2013-mater-boni-consilii-francesco-ricossa.jpg    


Caro don Ricossa,

 nessuna falsificazione ! Infatti, nel testo in questione viene scritto "se ne deduce che…"; si tratta dunque di una nostra deduzione e non di una vostra esplicita dichiarazione. Si deduce cioè la giurisdizione del mezzo- papa-materialiter  il quale, secondo voi non è un semplice impostore, una "comparsa" ma " il validamente eletto al Soglio", "materia apta" a divenire realmente Papa.

Ma, è codesta una deduzione assurda oppure, al contrario, perfettamente logica, consequenziale, soppesando le vostre parole alla conferenza? Vediamo:

Voi avete detto testualmente:

 "cosa possono fare i cattolici? Il Papa avendo rifiutato il mandato di Cristo (non volendo essere Papa) è "papa materiale" cioè non è Papa ma nessuno lo può togliere, se non chi ha autorità nella Chiesa (vescovi residenziali e cardinali) dopo le necessarie legali monizioni.

Noi cattolici non possiamo dichiarare la sede vacante perché non ne abbiamo l'autorità.

Noi cattolici non possiamo: giuridicamente eleggere qualcuno perché non ne abbiamo l'autorità.

Noi possiamo dichiarare il nulla l'elezione dell’ eletto perché non ne abbiamo l'autorità eccetera eccetera".

Quello che qui ci preme sottolineare è che voi dite che nella "Chiesa" (ma di quale Chiesa parlate?) qualcuno ha l’"autorità" cioè il potere di governo, cioè la giurisdizione.

Chi è questo "qualcuno"? Sono -bontà vostra!- i c.d. "vescovi residenziali e cardinali": sono loro che dovrebbero inviare le "legali monizioni" al loro superiore gerarchico-"che non può essere giudicato da nessuno" -il vescovo di Roma-  il mezzo- papa- materialiter.

Ma qui sorge una triplice obiezione:

1) se dei pseudo-vescovi-materialiter-modernisti possiedono l’"autorità nella Chiesa" cioè la giurisdizione, perché non dovrebbe possederla il loro capo pseudo-vescovo di Roma-mezzo- papa-modernista? Se lui ha posto un Obex (ostacolo) a divenire Papa (-cattolico), loro hanno posto ognuno (essendo manifestatamente eretici modernisti non meno di lui) un obex ad essere Vescovi (-cattolici) e la loro ordinazione è chiaramente, ipso facto, inefficace (secondo la tesi). Dunque essi si trovano nella stessa catastrofica posizione limbica del loro capo-materialiter. Di qui la nostra inferenza: o tutti con giurisdizione, o nessuno.

2) Ma… Ma essendo gli ordini sacri modernisti invalidi, come anche voi dite (lo diceva chiaramente Mgr G.De Lauriers: "… Ciò nella sola misura in cui una "gerarchia" che lo è soltanto materialiter può perpetuarsi. Una tale perpetuazione non è, ex se, impossibile. Essa richiede tuttavia espressamente delle consacrazioni episcopali che siano certamente valide. E poiché il nuovo rito è dubbio, gli "occupanti" (della sede apostolica) ben presto non saranno più che delle "comparse"…"), costoro non sono né Vescovi né Papi, ma semplici impostori. Allora che senso ha parlare di "autorità nella Chiesa"? Di certo, essendo eretici modernisti e senza ordini validi, non possono far parte della Gerarchia cattolica. Questo è un punto estremamente importante centrale per comprendere, oggi, chi è la vera

Chiesa, chi possiede, oggi, la vera autorità. Non bastano perciò parole dette o

scritte nel passato che oggi non si riescono più udire, come a Milano.

3) Occorre infine ricordarsi il potere di giurisdizione è sì distinto della Santissima Fede ma non separabile né anteponibile, per importanza, ad essa: in realtà esso è al servizio della vera Fede. L'insegnamento infallibile dogmatico della Santa Chiesa è inequivocabile e inoppugnabile a proposito.

Per finire questa breve precisazione: il vostro tono ingiurioso tradisce un nervosismo non giustificato dalla questione sul tappeto.Noi siamo convinti non solo che la Tesi sia errata (ci torneremo) ma anche che sia molto dannosa alla S.Chiesa, paralizzando la sua libertà, sottoponendola all'iniziativa dei modernisti, impedendo, con terribile ottusità legalistica, la ricostituzione di un Autorità cattolica etc.

Sarebbe dunque una vera benedizione del Signore se il mondo cattolico, e voi padre!, abbandonasse totalmente quest'astrusa invenzione filosofica e tornasse alla pura dottrina di Cristo, senza aggiungere o togliere, come definita fino all'ultimo Vero Papa Pio XII.

Essa con le Parole di Gesù Cristo, i suoi Dogmi, le sue Verità celesti è pienamente sufficiente per analizzare, spiegare e trovare soluzioni per radunare e riedificare la Santa Chiesa dispersa a Gloria di Dio e per la Salvezza delle anime.

Il  Signore se saremo ubbidienti e degni, mettendo il Suo Regno al primo posto nella nostra vita, farà la sua parte, come ha sempre fatto.

Stat Veritas                                                                                   12/05/2015

23 commenti:

  1. «[…] se la perennità della successione nel primato è solo moralmente ininterrotta, si dovrà dire la stessa cosa di quella dell’episcopato. Ora, per il primato è sufficiente una continuità morale, che può essere interrotta da una più o meno lunga vacanza della sede: scrive al proposito Padre Zapelena s.j., dell’Università Gregoriana, parlando della perennità del Primato di Pietro (rivelato da Cristo, Mt XVI,18, e definito dalla Chiesa, D. 1825): “Si tratta di una successione che deve durare continuamente fino alla fine dei secoli. È sufficiente, evidentemente, una continuità morale, che non è interrotta durante il tempo in cui viene eletto il nuovo successore [la sede vacante]”. Se questo è vero del capo, sarà anche vero del corpo episcopale. Questa conclusione è confermata dalla considerazione dei compiti del Vescovo residenziale che per la TC sono ininterrotti e perenni in ogni istante del tempo in cui vive la Chiesa: la giurisdizione e il magistero. Ora, se la giurisdizione ed il magistero papale possono, durante la vacanza della sede, non esistere in atto, a maggior ragione ciò potrà succedere alla giurisdizione e al magistero episcopale. Infatti, il vescovo governa solo una porzione particolare della Chiesa, e non la Chiesa universale, e deriva dalla Prima Sede, ovvero dal Papa, fonte e principio di ogni giurisdizione ecclesiastica tutta la sua giurisdizione. Lo stesso, e ancor più, si dica del magistero. Il magistero episcopale, non solo quello di un singolo vescovo, ma anche quello di tutti i vescovi riuniti, NON è infallibile senza il Papa; durante la vacanza (più o meno lunga) della sede romana, pertanto, NON esiste in atto un magistero infallibile che possa con certezza guidare i fedeli, la Chiesa discente. Senza il Papa la Chiesa – fondata su Pietro (Mt XVI, 18) - è veramente acefala (priva di capo visibile), vedova del suo pastore (senza governo), priva di magistero infallibile: manca in atto, ma non in potenza, la Chiesa gerarchica come Cristo l’ha costituita (ovvero monarchica e non episcopaliana); l’esistenza dell’episcopato subalterno non cambia sostanzialmente le cose da questo punto di vista: la Chiesa – lo ricordo alla TC – non è collegiale ma monarchica, fondata sul Primato di Pietro. In cosa allora l’assenza assoluta di vescovi residenziali o di cardinali potrebbe compromettere l’esistenza della Chiesa nella sua indefettibile durata? Solo nel rendere impossibile l’elezione del successore al soglio di Pietro.“Durante la vacanza della sede primaziale – continua Zapelena nel passo citato precedentemente - rimane nella Chiesa il diritto e il compito (assieme alla divina promessa) di eleggere qualcuno che succeda legittimamente al Papa defunto nei diritti del primato. Durante tutto questo tempo la costituzione ecclesiastica non muta in quanto il potere supremo non è devoluto al collegio dei vescovi o dei cardinali, ma resta la legge divina concernente l’elezione del successore”. Dove si trova dunque la Chiesa gerarchica, la Chiesa docente, come l’ha voluta Cristo, ovvero fondata sul primato di Pietro, durante la vacanza della Sede apostolica? L’assioma ubi Petrus ibi Ecclesia è sempre valido. Là dov’è Pietro, lì è la Chiesa. Durante la sede vacante, “il Papato, tolto il Papa, si trova nella Chiesa solo in una potenza ministralmente elettiva, poiché essa può, durante la Sede vacante, eleggere il Papa mediante i cardinali o, in un caso (accidentale) per mezzo di sé stessa” (Gaetano, De comparatione auctoritate Papae et Concilii, n. 210) (67). Durante la sede vacante, non è tanto il magistero fallibile dei vescovi o il governo ridotto e locale dei vescovi che mantiene la Chiesa di Cristo: è il fatto che Essa abbia questa potenza elettiva del nuovo Papa, come lo ricorda Lucien citando P. Goupil e Antoine (68). ...

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  2. ... Ora, la Tesi di Cassiciacum sostiene per l’appunto che, nella particolarissima vacanza della sede apostolica che stiamo vivendo, resta sempre possibile la provvisione della medesima sede e l’avere nuovamente un legittimo Papa, sia perché l’attuale occupante della sede apostolica potrebbe recuperare la sua piena legittimità (come lo scrisse, prima di Padre Guérard – nel 1543!- il Cardinale Girolamo Albani) (69), sia perché i vescovi o i cardinali anche materialiter possono procedere ad una valida e giuridicamente legittima elezione papale, grazie alla successione materiale nelle sedi (70), oppure, ritrovata la loro autorità, procedere alla constatazione dell’eresia formale di Giovanni Paolo II e all’elezione di un successore. Il sedevacantismo quindi, almeno nella Tesi di Cassiciacum (71), non implica la negazione dell’indefettibilità della Chiesa, poiché ammette l’esistenza del papato “nella potenza ministralmente elettiva della Chiesa”. Non bisogna mai dimenticare – parlando dell’indefettibilità – che la Chiesa può eccezionalmente attraversare, e sta attraversando attualmente, dei periodi di grave crisi. Il caso esemplare del Grande Scisma d’Occidente. »

    [Don F. Ricossa - Risposta al numero speciale de “La Tradizione cattolica” sul sedevacantismo (n. 1/2003, 52)]

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  3. Aggiungo : la replica dell'estensore di sopra (che, mi perdonerà, si direbbe non abbia piena contezza delle cose che dice) contro don Francesco è inutile almeno di dodici anni ! Gli sarebbe bastato leggere il nr. di Sodalitium sopra citato, chiedere direttamente al suo autore o, magari, essere stato l'11/2014 al convegno di Milano, per avere già una risposta alle sue, purtroppo, inutili obiezioni. Carità cristiana gli avrebbe però imposto da subito almeno di evitare le calunnie e seminare zizzania.

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  4. Scusate dove posso trovare un vostro indirizzo email per scrivervi e farvi delle domande inerenti l'intero tema trattato in questo sito. Per me è molto importante, ne va della mia anima!!!

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  5. Ecco quel che afferma l’abbé Bergier : “I teologi cattolici sostengono contro i protestanti che l’ordinazione stabilisce tra i Pastori della Chiesa una successione costante, in modo che il carattere, i poteri e la giurisdizione del predecessore passino e siano comunicati senza alcuna diminuzione al successore (…) così gli Apostoli hanno trasmesso ai vescovi e pastori che loro hanno ordinato, il loro carattere, i loro poteri, la loro giurisdizione sui greggi che avevano radunato e sulle chiese che avevano fondato” e successivamente aggiunge ancora parlando dei protestanti: “È evidente che questi nuovi dottori, facendo scisma con la Chiesa Cattolica e negando la missione ed il carattere dei loro pastori e rifiutando l’ordinazione, hanno rotto la catena della successione e del ministero apostolico” (10) La successione apostolica materiale deve essere intesa come successione ininterrotta del potere episcopale trasmesso dagli Apostoli ed il conseguente nudo possesso di una sede episcopale. Nel caso si abbia esclusivamente solo la successione materiale questa è sinonimo di illegittimità.

    (10) BERGIER, Dictionnaire de Theologie, Vol. 7, Parigi 1834, pp.438 – 440; DICTIONNAIRE DE THEOLOGIE CATHOLIQUE, (D.T.C.) Vol. I, Parigi 1920, col. 1625.: «(…) ciò che spiega gli sforzi disperati degli anglicani, per sostenere la validità delle loro ordinazioni, condizione necessaria, ma non sufficiente della successione legittima, nonostante ciò per la continuità, malgrado lo scisma»

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    1. Si direbbe che bisogni sentir vergogna a citare le fonti in questo blog... A vantaggio di tutti giova ripetere che nella sostanza l’obiezione è sempre e di nuovo la medesima ed identica di quella della nr. 6 delle ben note quindici obiezioni che Don Paladino rivolse la prima volta (“Petrus es tu?”, ed. Delacroix 1999) alla Tesi di Cassiciacum (la replica successiva fatta dallo stresso non aggiunse proprio niente), in particolare contro lo scritto di Don D.J. Sanborn “Il papato materiale”, nel quale, pur riconoscendo che “non c’è successione apostolica legittima se non è formale”, il suo autore distingueva e distingue una “successione apostolica materiale legittima” da una illegittima. La generosa risposta, puntuale e dettagliata, alle singole obiezioni non tardò (sebbene risultasse del tutto inutile in seguito), ed è quella dalla quale è forza ancora citare: «[…] di per sé, la successione materiale non si identifica affatto con quella illegittima, ma dice solo possesso della sede senza autorità. Perché dunque molti autori sembrano identificare successione materiale e successione illegittima? Perché, trattando di questo tema da un punto apologetico-dogmatico essi vogliono far notare come le chiese orientali scismatiche (a fortiori quella anglicana), pur avendo la successione materiale, non hanno una successione legittima, a causa dello scisma e/o dell’eresia dichiarata dei loro pastori. L’illegittimità, quindi, della successione materiale (priva della formale) non dipende di per sé da questa privazione, ma dipende dall’eresia e dallo scisma che inaugurano questa nuova linea rompendo con i predecessori ortodossi nella fede (57). Ora, nel caso presente di Paolo VI e Giovanni Paolo II non c’è la possibilità, davanti alla Chiesa, di dimostrare che essi siano formalmente – pertinacemente – eretici e scismatici. Lo abbiamo già ricordato a Paladino rispondendogli da p. 6 a p. 9. Quindi, la loro successione nella sede di Pietro, che è solo materiale, non può essere chiamata illegittima, almeno nel senso adottato dagli autori succitati. Se non vogliamo fare una questione de verbis, e per evitare una confusione semantica generatrice di equivoci, possiamo ben chiamare la loro successione apostolica materiale “legale”, poiché conforme ai canoni della Chiesa e non avvenuta per frode o per forza, piuttosto che “legittima”, come propone pure don Sanborn (Sodalitium, n. 48, p. 24) (58). Ma in nessun modo si può far coincidere il caso di Giovanni Paolo II a quello di un vescovo che ha rotto visibilmente con la Chiesa: perché è proprio questa la differenza (tragica) tra la crisi attuale e quelle dei secoli passati: che i diffusori dell’errore non hanno lasciato (almeno visibilmente) la Chiesa e non ne sono stati espulsi, ma che al contrario pretendono rappresentarla e ne occupano pacificamente tutte le sedi. Da quanto detto, ne consegue che don Sanborn non ha inventato una via di mezzo tra l’occupante legittimo di una sede episcopale e l’usurpatore sic et simpliciter della medesima sede; una sede può essere vacante in modi diversi, e non in uno solo, come lo ricorda il can. 151, citato da don Sanborn (59), ed al quale Paladino non fa, significativamente, il minimo accenno.
      […]
      Infine, ed è questo l’appunto più grave, rifiutando la Tesi di Cassiciacum i “sedevacantisti” stretti si precludono ogni risposta coerente con la fede o col buon senso a proposito dell’indefettibilità della Chiesa. Come è possibile che la Chiesa esista ancora, quale Gesù Cristo l’ha costituita, se tutta la gerarchia è definitivamente e totalmente scomparsa? A questa obiezione, la Tesi di Cassiciacum dà una risposta ardua ma soddisfacente. Il “sedevacantismo stretto” invece non ne dà […]».

      (Don F. Ricossa, “Don Paladino e la ‘Tesi di Cassiciacum’. Risposta al libro ‘Petrus es tu?’ ”, ed. CLS, pp. 21-22, 23-24).

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  6. Sono lunghe e profonde le risposte che bisogna leggersi su questo tema !
    Purtroppo noi laici e fedeli cattolici ci dobbiamo porre questi interrogativi se esista ancora un papa e perchè sia così come lo sentiamo e vediamo (ovvero poco capo di chiesa cattolica e molto ecumenico e disinvolto con ogni religione).
    .
    Analizzando queste tragiche realtà che viviamo, e dovendo, per capire, andare a ritroso nel tempo spulciando encicliche e pronunciamenti, arriviamo a capire che larealtà attuale della chiesa è un macello UNICO.
    Ma non possiamo mai, noi laici, con infarinatura recente di teologia, arrivare alle conclusioni dirimenti.
    Mons Guerard des Lauriers che prima che teologo fu fisico e matematico, arrivò a definire, con la sua profondissima fede e conoscenza teologica, una tesi che potè allora e può ancora soddisfare ogni ragionamento al riguardo.
    E' pur vero che manca l'ultimo apporto alla tesi, che Guerard d. L. non potè finire per la sua morte, ovvero che reiterandosi delle procedure elettive sballate anche nella nomina cardinalizia, si può arrivare ad una conclamata "sede vacante" con nomine di papi fatte da cardinali massoni e/od eretici.
    Questo è il dubbio che aleggia, ma che non risolveremo mai.
    L'unica conclusione cui siamo tutti d'accordo è che Cristo potrà risolvere questa storicamente tutta anomala e drammaticissima situazione della chiesa cattolica con intervento diretto.
    Tale può essere anche la conversione inaspettata ed insperata di molti cardinali o vescovi che prendano in mano la situazione.
    Ma sono certo di una cosa: se i cattolici non saranno ,nella maggior parte, d'accordo nel pregare di risolvere questa situazione (e non ci siamo affatto essendo noi una esigua minoranza) Dio non ci metterà mai mano poichè è una colpa intera di tutta la Chiesa.
    In parole ancor più succinte: finchè neocatecumenali ed altri eterodossi cattolici non pregheranno per risolvere la crisi ecclesiale, perchè sono convinti che vada tutto bene, staremo nella fogna !

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  7. La voce di Pietro.

    Per prima cosa vogliamo rassicurare il nostro Johannes Borgen : noi abbiamo piena "contezza" cioè cognizione, e aggiungiamo certezza, delle cose che diciamo poiché nulla di esse è nostro ma tutto abbiamo ricevuto dalle sacre scritture, dalla santa dottrina cattolica e dall'insegnamento infallibile ordinario e straordinario della Santa Chiesa, per cui c'è poco da filosofeggiare e arzigogolare.
    Cominciamo col dire che siamo perfettamente d'accordo con quanto scritto dal teologo Gaetano ( Card. Tommaso De Vio) : "(durante la sede vacante ) il papato, tolto il Papa, si trova nella chiesa solo in una potenza ministralmente elettiva poiché essa può, durante la sede vacante, eleggere il Papa mediante i cardinali o, in un caso (accidentale) per mezzo di se stessa".
    Ma, Johannes Borgen prosegue:
    "… Ora la tradizione della Chiesa sostiene per l'appunto che nella particolarissima vacanza della sede apostolica, che stiamo vivendo, resta sempre possibile la provisione della medesima sede e l'avere nuovamente un legittimo Papa (1) sia perché l'attuale occupante della sede apostolica potrebbe ricuperare la sua piena legittimità (2) sia perché i cardinali o vescovi materialiter possono procedere a una valida e giuridicamente legittima elezione papale-grazie alla successione materiale nelle sedi (3) oppure ritrovata la loro autorità-procedere alla costatazione dell'eresia formale (del papa materialiter) e all'elezione di un successore (4)…".

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  8. continua...
    Dispiace constatare la grave erroneità e approssimazione dei contenuti di tutto questo periodo; infatti:
    1) perché questa vacanza della sede apostolica-che dura dal 1958!-Viene definita "particolarissima"? Non viene detto, non a caso. Infatti essa è l'aspetto più visibile dell'apostasia da Cristo di migliaia di vescovi con in testa il massone Roncalli, partecipanti al conciliabolo Vaticano (1962-1965). Tutti essi furono sedotti abbracciando l'eresia modernista. Dopo più di cinquant'anni essendo defunti i pochi prelati cattolici che vi parteciparono e comunque tutti i prelati con gli ordini validi, la gerarchia della chiesa ecumenista, con alla testa l'impostore, è composta unicamente da eretici modernisti notori e pertinaci. In quanto tali, non possedendo la Santissima Fede né ordini validi e si non fanno parte del corpo mistico di Cristo (già più di vent'anni fa Mgr. G. De Lauriers scriveva: "si designa comunemente con la locuzione "crisi della Chiesa" lo stato di privazione nella quale si trova la Chiesa militante (vale a dire il corpo mistico di Cristo sussistente in testa, il quale non è la "chiesa ufficiale" in quanto tale)". La sottolineatura nostra ma la " ci" minuscola di "chiesa" è sua.
    Ed ecco un altro passo di Mgr. Guérard: "… Nessuno è attualmente qualificato, nella Chiesa (intendiamo: la vera Chiesa; non come tale la Chiesa che presiede Mons. Wojtyla)".
    Il risultato di quel cataclisma, il conciliabolo Vaticano, è che la Chiesa mondia- ecumenista non è la Santa Chiesa cattolica.

    I punti 2, 3, e 4 ricadono sotto quanto stabilito dall'insegnamento infallibile di papa Paolo IV-pubblicato con la bolla dogmatica " Cum Ex Apostolatus" (1559. Essa definisce ex cathedra infallibilmente ( de apostolica potestatis plenitudine sancimus, statuimus, decernimus et definimus…)
    Con validità perenne ( hac nostra in perpetuum valitura constitutione) che:

    "tutti i prelati di ogni ordine e grado-compreso il sommo pontefice-che siano caduti in eresia per il fatto stesso e senza bisogno di alcuna altra procedura di diritto di fatto siano interamente privati in perpetuo dei loro ordini…e costoro saranno considerati come inabili e incapaci a tali funzioni come dei relapsi e dei sovversivi in tutto e per tutto per cui anche se prima abiurassero in pubblico giudizio tali eresie mai e in nessun momento potranno essere restituiti, rimessi, reintegrati e riabilitati nel loro primitivo stato. Al contrario siano abbandonati all'arbitrio del potere secolare che rivendica il diritto di punirli a meno che, mostrando i segni di un vero pentimento e i frutti di una vera penitenza per la benignità e la clemenza della stessa sede non siano relegati in qualche monastero…
    Per darsi a perpetua penitenza con il pane del dolore e l'acqua dell'afflizione".

    RispondiElimina
  9. continua...
    E per quanto riguarda la giurisdizione dell'eretico, cioè la sua autorità per governare la Chiesa, la bolla di papa Paolo IV recita:
    "aggiungiamo che se mai dovesse accadere in qualche tempo che un vescovo… O un cardinale di romana Chiesa… oppure lo stesso Romano Pontefice, che prima della sua promozione a cardinale o alla sua elevazione a Romano Pontefice avesse deviato dalla Fede cattolica o fosse caduto in qualche eresia sia nulla, non valida e senza alcun valore la sua promozione o elevazione anche se avvenuta con la concordanze l'unanime consenso di tutti i cardinali neppure si potrà dire che essa è convalidata col ricevimento della carica ovvero per l'intronizzazione o adorazione dello stesso Romano pontefice o per l'obbedienza lui prestata da tutti e per il decorso di qualsiasi durata di tempo nel detto esercizio della sua carica né essa potrebbe in alcuna sua parte essere ritenuta legittima e si giudichi avere attribuito o attribuire una facoltà nulla, per amministrare tali persone promosse come vescovi … o come Romano Pontefice, in cose spirituali o temporali ma difetti no di qualsiasi forza tutte e ciascuna o ad esse conseguenti, non possano conferire nessuna fermezza di diritto e le persone stesse che fossero state così promosse o rilevate, siano per il fatto stesso e senza bisogno di un'ulteriore dichiarazione private di ogni dignità, posto, onore, titolo, autorità, cariche potere.
    ( punto 7) sia lecito ritenere che in qualsiasi tempo e impunemente liberati dalle obbedienza e devozione verso quelli in tal modo promossi ed elevati, evitandoli quali maghi, pagani, pubblicani ed eresiarchi, Fermo tuttavia da parte di queste medesime persone sottoposte, l'obbligo di fedeltà e di obbedienza da prestarsi ai futuri vescovi… e Romano Pontefice canonicamente subentranti (ai deviati).".
    Ecco, signor Johannes , come la vera Chiesa trattava gli eretici infiltratisi nel suo seno e come ci comanda di trattarli oggi… E questo proprio per evitare quello che nei tempi moderni è accaduto: l'abominio della desolazione nel Luogo Santo e la grande apostasia. Ma studi attentamente, in preghiera, quel venerabile documento della SS. Fede e si salvi.
    Infatti dice l'Apostolo: "… state attenti che nessuno vi faccia sua preda con sottili ragionamenti filosofici e con varie astuzie basate sulla tradizione degli uomini, secondo gli elementi del mondo, ma non secondo Cristo" (Col. 2, 8).

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  10. continua...
    Questo è l'insegnamento infallibile di Pietro e non di un qualsiasi teologo, e nessun Successore ha osato ritoccarlo o dichiararne-addirittura!-L'invalidità. Al contrario, come lei ben saprà, nel 1917-circa quarant'anni prima della grande apostasia modernista-papa Benedetto XV lo trasfuse nel codice di diritto canonico (come ben si osserva nelle "fonti" dello stesso).
    Dunque si deve affermare con assoluta certezza cattolica: senza il possesso della Santissima fede non vi è né Vera Chiesa Cattolica né, assolutamente, giurisdizione su di Essa.
    Lo stesso San Tommaso d'Aquino affermò ( Sum. Th. II-II, Q. 174, art.6): "così pure nel tempo della grazia tutta la fede della Chiesa fondata sulle rivelazioni della unità di Dio fatta gli Apostoli secondo le parole evangeliche ( Mt. 16-18): "su questa pietra" cioè sulla professione di questa tua Fede "edificherò la mia Chiesa" ".
    E ciò che vale per Pietro vale per i suoi Vescovi.
    Ora i corrotti vescovi e cardinali eretici modernisti non possono per definizione provvedere ai bisogni della Santa Chiesa essendone i suoi nemici più astuti e implacabili ( Enc. “ Pascendi Dominici Gregis” Papa San Pio X); solo i cattolici del mondo: Vescovi, preti, teologi e laici potrebbero, anzi dovrebbero, provvedere facendo leva sulla " potenza ministralmente elettiva" della Santa Chiesa dispersa.
    Purtroppo, parecchi, come il signor J.B., pensano che questo sia un compito della gerarchia della chiesa ecumenista come se con falsi ragionamenti sofistici si potesse far coincidere il quadrato eretico con il cerchio cattolico. Mediante magari invenzioni filosofiche come la "successione materialiter". Che roba è ?
    Oggi, "materialiter", se mai ha avuto un altro significato, è certamente sinonimo di "eretico" e "impostore", poiché questo è il vero contenuto dell'obex (il non voler esercitare l’incarico ricevuto) espresso interiormente al momento del conferimento della dignità. Un eretico, dunque, decade immediatamente per lo stesso fatto dall'incarico (e dal far parte della Chiesa) e giammai può succedere ad un Vescovo cattolico. Questo è l'insegnamento infallibile della Santa Chiesa cattolica.
    Stat Veritas

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  11. Non capisco se “La voce di Pietro” sia una sorta di titolo da lei apposto al suo intervento o altro, visto che invece della prima persona singolare utilizza correntemente per sé il plurale maiestatis, nel qual caso le consiglierei di metterlo tra virgolette o specificare il riferimento, in modo da scongiurare malaugurati fraintendimenti. Le dico subito che, nella foga, lei ha invece purtroppo preso per parole mie le citazioni che ho tratte dagli scritti pubblicati su Sodalitium da altri ben più autorevoli di me – eppure le ho riportate tra virgolette con tanto di riferimenti finali! A parte ciò, la cosa che forse le sfugge, e con cui vorrei rassicurarla, è che lei non ha bisogno di aspettare da me un docile accoglimento o l’approvazione delle tante cose che dice, dato che, per quanto possa essere lei preparato, né io né lei possediamo l’autorità per imporre checchessia all’altro (figurarsi che lei non ne riconosce nemmeno al preparatissimo relatore di Milano!), cosa che rende i giudizi più o meno perentori che esprime del tutto opinabili : in assenza dell’esercizio autorevole dell’Oratoria sacra, vale la testimonianza di una retta coscienza e le prerogative “in credendo” del fedele, non la presunzione del diritto di poter insegnare e giudicare “in docendo”, al posto dei Pastori, qualcosa o qualcuno (diritto che, le posso assicurare, lei eserciterebbe del tutto inutilmente). Dell’altro si è ripetuto allo sfinimento: una cosa è p. es. dire cose eretiche, e considerarle per tali, una cosa essere giudicati eretici pertinaci per questo. La Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, è una società saggiamente istituita, organizzata e improntata a giustizia e carità, non una conventicola di forcaioli fanatici (non sto parlando di lei, ovviamente!). Se si dovesse, come però purtroppo lei fa, scambiare ogni volta il diritto e la facoltà di ognuno al discernimento della verità dall’errore, in autorità di giudizio sulla persona di chicchessia, si passerebbe senz’altro dalla giustizia al giustizialismo, come dire dalla virtù al vizio, e cioè, nella pratica, allo stato di “guerra civile” (come ripeteva il cattolico Carl Schmitt), ad una situazione di ostilità e inimicizia generalizzata ed indiscriminata, alla ben nota pragmatica rivoluzionaria di ascendenza gnostica (quella, per intenderci, che divora i propri figli) e non certamente cattolica. Riguardo invece alla Bolla di Paolo IV, come già qui si ebbe alla buona modo di discorrere, lei se la dovrebbe prendere con S. Pio X, Benedetto XV, Pio XII etc. per aver cambiata la disciplina che regola il conclave riformando il dettato disciplinare della Cum ex apostolatus officio (la Bolla riguarda l’invalidità dell’elezione mentre il can. 188 riguarda la perdita dell’officio, dando al contrario per scontata un’elezione valida); scomunicati anch’essi? Una cosa è difatti il testo normativo, un’altra le fonti riportate in nota a tale testo che, per quanto doviziose, non fanno norma, cioè non fanno parte della legge (un principio che non è di mia invenzione). Per chiudere, riguardo quest’appello smanioso a compiere un passo finalmente fatale, che tradisce un’ansietà che sembra stringere ultimamente sempre più da presso i conclavisti, mi consenta di riportarle una sola citazione dal tanto, ahimè, così bistrattato p. Guérard, ma che sembra cadere proprio a fagiolo (N.B. : qui “Sede vacante” sta per “simpliciter vacante” e non “formaliter vacante”!): «A quanti dichiarano la Sede vacante faccio osservare che, dato che la Chiesa è una società saggiamente costituita, le persone fisiche o morali abilitate a dichiarare la vacanza dell’autorità sono ipso facto giuridicamente atte a realizzare la “provisio” dell'autorità. Quanti affermano dunque: “La Sede è vacante”, e pretendono di imporre agli altri l'obbligo di affermarlo sotto pena di anatema, convochino “un” conclave; si smetterà allora di prenderli sul serio». (Mons. Guérard des Lauriers, "Il problema dell'Autorità e dell'episcopato nella Chiesa", ed. CLS, Verrua Savoia 2005 [nr. 16 di Sodalitium 1987], p. 74).

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  12. Grande e saggio e spero santo, mons Guerard des Lauriers !
    L'unico che ha fatto un'analisi profonda e prudente della situazione ecclesiale, in quel tempo !
    Credo sia il caso di seguire quanto scrisse, per sola prudenza, anche se nel cuore si può plasmare il convincimento che vi sia totale vacanza....
    La Bolla di PaoloIV modificata da S. Pio X, da Benedetto XV e da Pio XII ? Ahi, che terribile situazione! Ora lo scopro !
    E' proprio vero che la Madonna sapendo tutto mise in guardia poichè le piccole modificazioni avrebbero portato a giganteschi errori e pesanti situazioni.
    Ed ora ci siamo.

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  13. Grande e saggio e spero santo, mons Guerard des Lauriers !
    L'unico che ha fatto un'analisi profonda e prudente della situazione ecclesiale, in quel tempo !
    Credo sia il caso di seguire quanto scrisse, per sola prudenza, anche se nel cuore si può plasmare il convincimento che vi sia totale vacanza....
    La Bolla di PaoloIV modificata da S. Pio X, da Benedetto XV e da Pio XII ? Ahi, che terribile situazione! Ora lo scopro !
    E' proprio vero che la Madonna sapendo tutto mise in guardia poichè le piccole modificazioni avrebbero portato a giganteschi errori e pesanti situazioni.
    Ed ora ci siamo.

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  14. RISPOSTA RELATIVAMENTE ALLA BOLLA DI PAPA PAOLO IV

    “Cum ex Apostolatus Officio”

    Non si vuole acuire le polemiche, tuttavia si vuole soltanto evidenziare che la Costituzione “Cum ex Apostolatus officio” promulgata in forma di bolla da Paolo IV in data 15 marzo 1559, questo documento contiene invero tutti i caratteri dell’infallibilità.
    E’ sufficiente confrontare il tenore di testi similari:
    Così si esprime Pio IX nell’enciclica “Quanta Cura” 8 dicembre 1864: «In tanta perversità dunque di prave opinioni … Noi, giustamente memori del Nostro Apostolico officio e grandemente solleciti della Santissima Nostra Religione, della sana dottrina, e della stessa umana società, abbiamo stimato d’innalzare nuovamente la Nostra Apostolica voce. Pertanto tutte e singole le prave opinioni e dottrine una ad una in questa lettera ricordate con la Nostra autorità Apostolica riproviamo, proscriviamo e condanniamo, e vogliamo e comandiamo che da tutti i figli della Chiesa cattolica s’abbiano affatto come riprovate, proscritte e condannate».
    Tutti i teologi affermano che vi sono contenute le condizioni dell’infallibilità.
    Passiamo ora a Bonifacio VIII nella Bolla “Unam Sanctam” del 18 novembre 1302 nella quale infallibilmente è stato inserito il dogma della sottomissione al Romano Pontefice, non tutta la Bolla ha carattere di infallibilità: «Innanzi tutto dichiariamo, diciamo e definiamo essere necessario che ogni umana creatura sia sottomessa al Romano Pontefice affinché si possa salvare».
    Passiamo infine ad esaminare la Costituzione “Cum ex Apostolatus officio”: «Noi, su simile avviso e assenso [dei cardinali] con questa nostra Costituzione valida in perpetuo (perpetuum valitura), in odio a così grave crimine, in rapporto al quale nessun altro può essere più grave e pernicioso nella Chiesa di Dio, nella pienezza dell’Apostolica potestà (de Apostolica potestatis plenitudine), sanzioniamo, stabiliamo, decretiamo e definiamo (et definimus), che permangano nella loro forza ed efficacia le predette sentenze, censure e pene e producano i loro effetti, per tutti e ciascuno (omnes et singuli) dei Vescovi, Arcivescovi, Patriarchi, Primati, Cardinali, Legati … Pertanto a nessun uomo sia lecito (liceat) infrangere questo foglio di nostra approvazione, innovazione, sanzione statuto derogazione, volontà e decreto, ne contraddirlo con temeraria audacia. Se qualcuno avesse la presunzione di attentarvisi, sappia che lo farà incorrere nello sdegno di Dio Onnipotente e dei suoi Beati Apostoli Pietro e Paolo».
    Come si evince dal tenore di tutti e tre i documenti è chiara l’intenzione del Romano Pontefice di conferire il carattere dell’infallibilità. Tra i tre documenti quello più pregnante pare proprio quello di Paolo IV, certamente all’interno della Bolla ci sono alcune parti di carattere puramente disciplinare come pure si possono rinvenire nella Bolla di Bonifacio VIII “Unam Sanctam”.
    Se un papa all’interno di un documento di tale rilevanza vuole vincolare i suoi successori è palese la volontà di definire.
    Aristarco

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  15. Non era intenzione ed in potere dei suoi successori mutare la sostanza dottrinale della Bolla ovvero l’incompatibilità tra eresia e giurisdizione, infatti non è mai stata abrogata da San Pio X con la “Costituzione Vacante Sede Apostolica” del 25 dicembre 1904, e neppure da Pio XII con la Costituzione “Vacantis Sedis Apostolicae” dell’8 dicembre 1945. E tutti i canonisti prima del Vaticano II hanno insistito sul fatto che gli eretici e scismatici non potevano essere eletti al Sommo Pontificato: «Può essere eletto non importa quale uomo maschio che abbia l’uso di ragione e che sia membro della Chiesa. Sono, perciò, eletti invalidamente le donne, i bambini, i dementi, i non battezzati, gli eretici e gli scismatici». Stefano Sipos, Enchiridion iuris canonici, Pecs, 1940 p.187. D’altro canto lo stesso Leone XIII ha insegnato nell’enciclica “Satis Cognitum”: «E’ assurdo pensare, che chi è fuori dalla Chiesa possa comandare nella Chiesa».
    Gli stessi argomenti ovviamente “mutatis mutandis” furono sollevati contro San Roberto Bellarmino: «Certi rispondono a ciò, affermando che questi argomenti non si poggiano su nessuno fondamento, perché questi Padri si appoggiavano sulla vecchia legge, mentre oggi, per decreto del Concilio di Costanza, perdono solo la loro giurisdizione coloro che sono scomunicati nominalmente o che assalgono i chierici. Affermo che quest’argomento non ha nessuno valore, perché questi Padri, sostenendo che gli eretici perderebbero la loro giurisdizione, non citarono nessuna legge umana che, inoltre, non esisteva forse per questa questione, ma argomentavano sul fondamento stesso dell’eresia. Il concilio di Costanza tratta solamente degli scomunicati, cioè di quelli che hanno perso la loro giurisdizione per una sentenza della Chiesa, mentre gli eretici, prima ancora di essere scomunicati, sono fuori della Chiesa e privati d’ogni giurisdizione. Perché si sono condannati già con la loro sentenza, come insegna l’apostolo (Tit. III, 10-11), vale a dire che si sono separati dal Corpo della Chiesa senza scomunica, come lo spiega San Girolamo». San Roberto Bellarmino, De Romano. Pontifice - Opera omnia, Vol. I, Ed. Battezzati Milano 1858, libro II, cap. XXX, pp. 418 - 420.
    Certo tutto si può opinare, ma l’eresia non è una questione canonica come rileva il Bellarmino, ma una questione di fede. Quanto è stato definito da Paolo IV non era un’innovazione nella Chiesa, come prova lo stesso San Roberto Bellarmino nel testo citato.
    Per di più in qualsiasi diritto sia ecclesiastico che civile una legge è abrogata quando nominalmente è citata e non per “excursus” legislativo, anche nella legislazione degli Stati liberali, altrimenti finirebbe la certezza del diritto. Per “excursus” possono essere abrogate soltanto norme disciplinari o giuridiche che non intaccano la sostanza del testo normativo, diciamo accidentali, figuriamoci quando queste norme ecclesiastiche hanno la radice nella fede.


    Aristarco

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  16. Se dunque non ho capito male (sono fresco di solo qualche anno di encicliche ed altro, avendo voluto ripercorrere a ritroso la storia della nostra chiesa cattolica per capire il macello attuale...) l'eretico, non è che venga estromesso tramite qualche atto speciale.
    No! E' già fuori dalla chiesa di per sè, quindi non può avere alcuna giurisdizione, nè comando, nè posizione alcuna in seno alla Chiesa.
    Dunque se dei cardinali eleggono come papa un eretico ?
    Che si fa?
    Chi ha il potere (autorità) di dichiararlo ?
    Noi laici ?
    Sacerdoti ?
    Dovrebbe essere quantomeno un consesso di vescovi che dimostrino a quanti intendono vedere, che l'eletto papa è eretico, quindi non può essere nè papa, nè semplice fedele della chiesa cattolica.
    Non è certo facile....
    Del resto a quanto mi risulta mons Guerard forniva la sua teoria allora quando ancora non era così drammaticamente definita l'eresia modernista nei "papi"
    O almeno non era conclamata se non ai pochi che leggevano bene tutte le norme ed encicliche emanate dal Montini, Woityla, Ratzinger ed a seguire....
    Mi sbaglio ?

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  17. La legislazione attualmente vigente, promulgata da Pio XII, ammette all’elezione attiva e passiva del Papato i cardinali scomunicati (Const. Ap. «Vacantis Apostolicae Sedis», 1945, n. 34, che accoglie la Const. Ap. «Vacante Apostolica Sede», 1904, n. 29.)[*]. Così il CJC del 1917, corrispondendone il dettato nel can. 188, 4°. È infatti indubbio che vige di principio incompatibilità radicale tra eresia e possesso della giurisdizione (coma la Bolla solennemente sancisce), è però “ab antiquo” ammesso che può essere validamente eletto al Papato colui che è incorso addirittura nella scomunica (laddove pertanto non ricorre solo il peccato [eventualmente di eresia], ma addirittura la sanzione del reato[**]): essere semplicemente eletti è quindi di per sé cosa diversa dall’essere Papa, una cosa è l’Autorità pontifica un’altra l’elezione che consente la comunicazione soprannaturale di una tale Autorità. La mera elezione, che proviene dagli uomini, non conferisce la giurisdizione che proviene direttamente da Dio, cosicché l’eletto se resipiscente può sempre riceverla, se accetta, come in seguito anche perderla o rifiutarla. Ammessa poi, e non concessa, pure per tempo la possibilità della constatazione dell’eresia formale del soggetto, cioè prima dell’eventuale elezione, anche a prescindere da una debita istruttoria o da un’aperta confessione (quindi lasciando libero corso alla regola del sospetto e dell’illazione, come ai tempi del card. Rampolla, se non erro …), rimane problematico indicare la norma di diritto divino – ripeto, di diritto divino e non di diritto positivo – che impedirebbe la mera elezione, restando comunque inconcussa l’incompatibilità radicale tra eresia e giurisdizione più e più volte ribadita dagli autori. Nella Chiesa tutto è volto alla salvaguardia della fede e alla salus animarum – ed è ciò cui, almeno personalmente, credo occorra fissare durevolmente lo sguardo – ciò però non rende ogni disposizione meramente disciplinare immodificabile ed assoluta al pari dei principi dottrinali che la sottendono; il che, ovviamente, non fa però di questa disposizione qualcosa di fallibile. ...
    ____________________
    [*]«Nessun Cardinale, a causa o col pretesto di qualsiasi scomunica, sospensione, interdetto o altro ecclesiastico impedimento può in alcun modo essere escluso dalla elezione attiva e passiva del Sommo Pontefice; le quali censure, per altro rimaste a propria vergogna, senza dubbio sospendiamo, ad effetto per l’appunto di un’elezione di tale natura.» Alcuni precedenti citati nelle fonti: «...decretiamo che nessuno dei Cardinali, con il pretesto di qualsiasi scomunica, sospensione o interdetto, possa essere espulso dalla detta elezione, e gli altri diritti concernenti l'elezione, fino ad oggi emanati (pubblicati), dovranno perdurare pienamente nella loro forza» [Clem. V, cap. 2, Ne Romani, 1311, §4, de elect.]. «Affinché non sorga alcuna occasione di screzio o di scisma, ordiniamo e vogliamo che i Cardinali non possano in alcun modo essere esclusi dall'elezione del Pontefice, né attivamente, né passivamente, sotto pretesto di essere colpiti da censure o da scomuniche sopra indicate, o da altre quali che siano. Le quali scomuniche e censure sospendiamo e dichiariamo e vogliamo che siano sospese, al solo effetto dell'elezione, rimanendo, quanto al resto, in tutto il loro vigore. E dichiariamo che le stesse scomuniche e censure colpiscano soltanto il delinquente e non coloro che trattino con esso durante il Conclave»). [Pii IV Const. In eligendi, 1562, § 29].

    [**] «Il diritto penale canonico distingue nettamente il campo morale dal campo giuridico sociale esterno. Il primo è lasciato al diretto controllo di Dio e della Chiesa nella sfera del foro interno sacramentale o extrasacramentale; il secondo invece appartiene alla attività sociale, giurisdizionale o disciplinare della Chiesa […] Un delitto implica sempre un peccato: ma un peccato non sempre costituisce reato, se manca la sanzione giuridica come caratteristica della norma penale» (Palazzini).

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  18. ... due citazioni (recentissime!) di verifica:

    «Purtroppo, le decisioni della Bolla che non sono state esplicitamente riprese dal Codice di diritto canonico non sono più in vigore (can. 6 del C.J.C.) e, pertanto, non si può utilizzare la Bolla di Paolo IV per provare che, attualmente, la Sede apostolica sia vacante, ma solo per provare la possibilità che questo avvenga e sia, di fatto, avvenuto». (Don F. Ricossa, “L’eresia ai vertici della Chiesa”, in : Sodalitium nr. 36 [1994], nota 1).

    Così invece l’allora Abbé Lucien : «In ciò che riguarda il caso d’eresia, c’è certamente di “diritto divino” una sicura incompatibilità radicale tra un tale stato e le funzioni ecclesiastiche. Ma come questa incompatibilità radicale sviluppi le sue conseguenze ultime (privazione effettiva dell’officio, della giurisdizione; deposizione …) : ecco ciò che il diritto divino non determina, o almeno che non è stato ancora esplicitato dalla Chiesa in che misura tali determinazioni sono implicitamente contenute nella Rivelazione. Siccome d’altra parte Paolo IV non afferma nella sua Costituzione che le disposizioni prese appartengono al Deposito rivelato, non si può che considerarle delle leggi ecclesiastiche. […] [in nota:] Non è inutile sottolineare che affermazioni come “valevole in perpetuo” non indicano affatto che la disposizione non potrà essere abrogata dall’Autorità competente, ma semplicemente che non è stabilita per una durata limitata a priori e fissata nel tempo. Di per sé, fuori di un nuovo intervento dell’Autorità, questa disposizione “valevole in perpetuo” rimane tale». «Questa Costituzione, è vero, non ha più forza di legge quanto alle sue disposizioni canoniche dalla promulgazione del Codice del 1917. Ma gli enunciati dogmatici che essa comporta rimangono. Resta quindi che il Magistero della Chiesa ha, mediante questa Costituzione, riconosciuto ufficialmente la non impossibilità dell’adesione di tutta la Chiesa ad un falso papa». (“La situation actuelle de l’Autorité dans l’Église”, DDC, 1985, chap. IX, p. 95; p. 108).

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  19. Risposta al sig. Mardunolbo
    1) Sì, ha capito benissimo: l'eretico manifesto Vescovo, Cardinale, Papa o chiunque altro è FUORI dalla S:Chiesa per il suo PECCATO di eresia e non essendo più cattolico perde, ipso facto, ogni incarico e giurisdizione ( invalidità dell'elezione e decadenza immediata) ciò in essenza, prima di un procedimento e definizione secondo il CDC. Questo definisce infallibilmente riguardo riguardo all'insorgere dell'eresia nella S.Chiesa la Bolla irreformabile diPapa Paolo IV.
    2) Quali Cardinali ?I " cardinali " da parecchi anni sono tutti eretici. Infatti la prima preoccupazione del massone filo-giudeo Roncalli, e dei suoi successori, è stata il controllo e trasformazione modernistica del Sacro Collegio, aggiunga a ciò la distruzione del Sacramento dell'Ordine tentata dall'eresiarca Montini. Nella setta modernista-ecumenista non vi saranno più Papi Veri, Vicari di Cristo. Il peccato contro lo Spirito Santo, negando la Verità conosciuta, diviene di fatto irrimediabile( Sum.Th.II-II,Q.14,art.2; Ab.Ricciotti, commento a Mt. 12:22).
    3) Che l'eretico non possa essere Papa e che , dunque i papi modernisti NON SONO papi cattolici è una Verità di Fede che qualsiasi cristiano dovrebbe "gridare dai tetti" secondo le sue possibilità, impiegando la Verità conosciuta.
    4) Constatare la Sede Vacante e PROVVEDERE è un compito istituzionale delle superstiti autorità cattoliche, cioè i Vescovi cattolici dotati di successione apostolica nel mondo, con una giurisdizione di supplenza fondata su un gravissimo STATO DI NECESSITA' che mette in pericolo innumerevoli anime. Per ristabilire quanto prescrive la divina costituzione della S.Chiesa che NON PUO' fare a meno di Pietro. Speriamo che la consapevolezza di questa necessità si faccia sempre più presente nella coscienza dei NOSTRI Prelati.
    5) Sì l'eresia modernista è divenuta un baratro senza fondo: papi massoni(iscritti al Rotary Club), apprezzamento dell'Islam e del corano, validità perdurante dell'Antico Patto, insegnamento morale corrotto, confusione delle religioni etc etc. E c'è chi si domanda : ma non saranno in buona fede ? Ma non vorranno il bene della Chiesa ? Com'è possibile ? Forse la spiegazione sta in Col. 2:8.
    Aristarco

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  20. In mezzo a queste attente analisi delle disposizioni canniche, si nota che furono prese disposizioni sempre "in fieri" ovvero supponendo situazioni gravi ma auspicando che mai si verficassero.
    Con ciò, dunque furono disposizioni carenti di cui approfittarono in modo eccezionale coloro che volevano modificare e sovvertire l'ordine nella Chiesa cattolica.
    E ci sono riusciti benissimo !
    Eccoci dunque a procedere per analisi capillari per capire come e chi possa agire per il bene della restante Chiesa Cattolica....
    Che vi sia dunque papa solo materialiter o che non vi sia papa, diventa a questo punto una disquisizione teologico-filosofica che non incide nella coscienza del cattolico che voglia capire se seguire "il papa" o non seguirlo.
    Importante è capire se possa essere considerato ancora papa, o no.
    Ogni analisi dimostra comunque che papi non vi sono dal tempo di Roncalli (compreso) poichè fuori dalle regole di tradizione cattolica e di dottrina.
    Il fatto poi che siano morti senza resipiscenza di quanto detto o fatto dimostra "a posteriori" che non furono papi nè materialmente, nè formalmente.
    Quindi la loro eresia , se pur fosse poco manifesta, viene descritta dai loro atti e di quanto lasciarono in eredità di dottrina, confermando così la loro indegnità al ruolo.
    Un'indegnità di ruolo che riguardi non i costumi, ma le frasi e le azioni in contrasto con la dottrina cattolica di sempre, comportano la decadenza completa del loro ruolo e facoltà di ogni genere per "eresia manifesta" o apostasia (che se non sbaglio è la modifica di una posizione precedentemente ortodossa).
    Ma quel che si evidenza di questi personaggi eletti "papi" sembra piuttosto eresia poichè anche negli scritti loro precedenti la distorsione dall'ortodossia cattolica appare manifesta.
    Ergo chi li ha eletti era a sua volta corrotto !
    Ma se i cardinali, anche se colpiti da scomunica o da interdetto od altro, hanno di fatto mantenuto la possibilità elettiva, ecco cadere ogni possibilità di schivare un'elezione fasulla !
    Diventa elezione valida "materialiter" .
    Ed allora ripiombiamo in un gravissimo stato di necessità da cui uscire con gravissima difficoltà e con poca, assai poca probabilità.
    Che il Signore ci salvi !

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