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giovedì 6 marzo 2014

"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 34°)...

Continuiamo la publicazione del  LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany. 
«La parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo, è eccellente, conforme ai documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag. 346. 
 
 http://www.seldelaterre.fr/I-Grande-12040-le-liberalisme-est-un-peche-nouvelle-edition.net.jpg
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Cap.XXXIV : Segnali molto evidenti per cui si riconoscerà facilmente ciò che procede dallo spirito veramente cattolico, e ciò che deriva dallo spirito intaccato dal liberalismo ovvero radicalmente liberale.

Passiamo ora un'altra questione, a proposito della parola oscurità con cui si chiude il nostro capitolo precedente. L'oscurità è il grande ausiliario dell'iniquità. Qui male agit odit lucem, ha detto il Signore.
Da ciò la cura continua che mette l'eresia nel contornarsi di nuvole. Non è difficile scoprire il nemico quando si presenta con la visiera alzata, né di riconoscere per liberali quelli che cominciano col dichiarare francamente ciò che sono.
Ma questa franchezza non è ordinaria per la setta, così occorre indovinare il nemico sotto il suo mascheramento, allor quando quello è per la maggior parte del tempo molto abile e cauto. Aggiungiamo che la maggior parte delle volte l'occhio che deve riconoscerlo non è quello di una lince; è dunque indispensabile possedere un criterio facile, semplice, popolare per discernere in ciascun momento l'opera cattolica da quello che è l'infernale richiamo del liberalismo. Accade sovente che si annuncia un progetto, un'impresa, che si fondi un'istituzione, e che il fedele cattolico non giunga a discernere prontamente se deve associarsi oppure opporsi con tutte le sue forze.

Ciò accade soprattutto quando l'inferno spinge l'artificio fino a presentarlo con i colori più attraenti della nostra bandiera e in certe occasioni fino a servirsi del nostro linguaggio abituale. In simili casi quanti, ahimè!, Fanno il gioco di Satana, persuasi facilmente di essere impegnati in un'opera cattolica. Ma, si dirà, "ciascuno può consultare la Chiesa la cui parola infallibile  dissipa, qualsiasi incertezza". Molto bene, ma l'autorità della Chiesa non può essere consultata in qualsiasi momento per ciascun caso particolare. La Chiesa ha per abitudine di stabilire saggiamente i principi generali e le regole generali di condotta, lasciando al  giudizio e alla prudenza di ciascun fedele la loro applicazione ai 1000 e più casi concreti di ciascun giorno.

Ora, i casi di questa natura si presentano tutti giorni, occorre risolverli istantaneamente, allorquando si presentano.
Il giornale che si pubblica, l'associazione che si stabilisce, la festa pubblica alla quale si è invitati, la sottoscrizione per cui si domanda del denaro, tutto ciò può essere di Dio o del diavolo e ciò ch'è peggio, ciò può essere del diavolo presentandosi, come abbiamo detto, con tutta la solennità mistica e le apparenze delle cose di Dio. In che modo, dunque, ci si può muovere in tali labirinti ?
Ecco due regole molto pratiche, che ci sembrano dover servire a tutti i cristiani per poter procedere su un terreno così scivoloso:

1°)-osservare accuratamente quale classe di persone promuove l'iniziativa, questa è la prima regola di prudenza e di senso comune. Essa è fondata su questa massima del Salvatore: un cattivo albero non può dare frutti buoni.
È evidente che i liberali sono naturalmente portati a produrre degli scritti, delle opere e dei lavori liberali, miserabilmente animati da spirito liberale, o che ne sono almeno intaccati.
Occorre dunque esaminare quali sono i precedenti della persona o delle persone che organizzano o iniziano l'opera in questione. Se sono tali che voi non possiate avere una piena fiducia nelle loro dottrine, state in guardia contro qualsiasi loro impresa. Non li rimproverate immediatamente, poiché è un assioma della teologia che non tutte le opere degli infedeli sono peccati, e questo assioma può applicarsi alle opere dei liberali. Ma, guardatevi dal giudicarle immediatamente buone, diffidatene e, sottomettendole un lungo esame, attendete i loro risultati.

2°)-esaminare il genere di persone che lodano l'opera in questione. Questa regola è ancora più sicura della precedente. Ci sono nel mondo attuale due correnti perfettamente distinte: la corrente cattolica e la corrente massonica o liberale. La prima è prodotta, o piuttosto riflessa, dalla stampa cattolica, la seconda è riflessa e materialmente prodotta ciascun giorno da i giornali rivoluzionari.
La prima si ispira a Roma e la seconda alle logge massoniche.
Si annuncia un libro ? Si pubblicano le basi di un progetto ? Vedete bene se la corrente liberale li approva, li raccomanda e le assume come suoi. Se sì, il libro e il progetto sono giudicati: appartengono a loro. Poiché è evidente che il liberalismo, o il diavolo suo ispiratore, distinguono sul campo ciò che è loro dannoso o utile, e che non sono così stupidi da aiutare ciò che si oppone a loro o di opporsi a ciò che favorisce i loro disegni.
I partiti e le sette hanno un istinto, un'intuizione particolare (olfactus mentis), secondo l'espressione di un filosofo, che rivela loro a priori ciò che è buono e ciò che è ostile. Diffidate dunque di tutto ciò che i liberali lodano e vantano. È evidente che essi hanno riconosciuto che per sua natura o per sua origine, per i mezzi che mettono in opera o per la sua finalità, l'oggetto così lodato è favorevole al liberalismo.
L'istinto chiaroveggente della setta non può sbagliare. È più facile che un giornale cattolico si lasci prendere a lodare a raccomandare una cosa che non lo merita perfino di per se stessa, che  un giornale liberale a fare l'elogio e a raccomandare come sua qualcuna delle opere che sono ancora soggette a discussione.
A dire il vero, noi ci fidiamo più dell'odorato dei nostri nemici che di quello dei nostri fratelli.
Certi scrupoli di carità e l'abitudine di pensare bene del prossimo, accecano qualche volta i buoni fino al punto di lasciar loro credere perlomeno alle buone intenzioni laddove esse, disgraziatamente, non vi sono affatto.
Non è così per i malvagi: essi fanno subito fuoco contro chi contrasta la loro maniera di pensare; infaticabili, battono la grancassa della pubblicità in favore di colui che, per un verso o per l'altro, aiuta la loro nefasta propaganda. Diffidate dunque di qualsiasi cosa vi propongano i  vostri nemici.
Noi abbiamo raccolto in un giornale, i seguenti modesti versi: potrebbero essere migliori ma non più veri.
Si tratta del liberalismo:
dice di sì ? È un'impostura.
Dice di no ? È la verità.
Ciò che egli chiama iniquità
tu lo giudicherai pura virtù !
Chi lui perseguita con ira,
siine sicuro è un uomo onesto;
ma con cura evita, insomma,
chiunque e adulato da lui.
Se ciò tu fai a proposito
certo lo saprai parola per parola

ci sembra che queste due regole di senso comune, che noi potremmo definire più esattamente di buon senso cristiano, sono sufficienti se non per farci giudicare definitivamente ogni questione, almeno per impedirci di inciampare troppo facilmente contro le asperità del terreno scabroso sul quale noi marciamo e lottiamo oggigiorno.
Il cattolico di questo secolo non deve mai perdere di vista che il suolo che percorre  è minato da ogni parte dalle società segrete, che sono quelle che danno la nota alle polemiche anticattoliche, quelle che, incoscientemente e spesso, servono quegli stessi che detestano di più il loro infernale lavoro.
La lotta attuale è principalmente sotterranea e contro un nemico invisibile, che si presenta raramente col suo vero aspetto.
Occorre dunque piuttosto fiutarlo che vederlo, indovinarlo con l'istinto che indicarlo. Un buon fiuto e del senso pratico sono più necessari qui che i ragionamenti sottili e le laboriose teorie.
Questo binocolo che noi raccomandiamo i nostri amici non ci ha mai indotto in errore.

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