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mercoledì 2 maggio 2012

Dramatic Stichomythia ....

 
 Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
  30 aprile 2012
Sticomitia drammatica

Sticomitia – Stikhomythia –, che viene dal dramma greco, indica una disputa pesante condotta con un dialogo fatto di rime alternate e baciate. Ora, non resta chissà quale dramma in un mondo dove la verità è quasi scomparsa, ma le bugie non hanno ancora prevalso del tutto nella Chiesa cattolica, come accadrà virtualmente alla fine del mondo, così dove c’è ancora un po’ di verità, c’è anche l’occasione per la sticomitia. Vediamo allora come un sostenitore della linea morbida della FSSPX, un tiepido, cerca di dare del filo da torcere ad un fervido sostenitore della linea dura della stessa Fraternità:-

Tiepido:     Non è fuori dalla Chiesa che dobbiamo stare noi!
Fervido:     Chi ha lasciato la Chiesa? Il Vaticano II! Non noi!
Tiepido:     Una volta dentro la Chiesa, molto di più potremo fare!
Fervido:     Se al pari di prima detesteremo l’errore.
Tiepido:     E perché smetteremmo di detestare l’errore?
Fervido:     Perché alla loro mischia dovremo partecipare.
Tiepido:     Nella legge della Chiesa ci serve rientrare.
Fervido:     No, se questo significa non più Dio servire.
Tiepido:     La Chiesa cattolica è visibile. E noi non siamo lì.
Fervido:     La Chiesa è santa. Forse si vede questo qui?
Tiepido:     Ma le cose sono cambiate dai tempi di Monsignore.
Fervido:     Con l’influenza esclusiva che i modernisti continuano a detenere.
Tiepido:     Ciò che Roma offre oggi, lui l’avrebbe approvato.
Fervido:     Mai, una volta che ad Assisi Benedetto fosse andato!
Tiepido:     La Fraternità resta forte, le cadute non può temere.
Fervido:     Chi crede di stare in piedi, dice San Paolo, badi a non cadere.
Tiepido:     Ma il nostro Superiore ha la grazia di stato.
Fervido:     Perché, l’uomo di Chiesa non ha mai prevaricato?
Tiepido:     I nostri capi sono della Fraternità!
Fervido:     E non possono sbagliare per l’eternità?
Tiepido:     Ma, punto primo, Roma la Messa l’ha liberata.
Fervido:     Ma senza toccare il “rito bastardo”, questa boiata.
Tiepido:     Poi la scomunica ai 4 vescovi ha revocata.
Fervido:     E quindi? È più libertà di prima che hanno avuta?
Tiepido:     Ma Benedetto sta chiedendo il nostro soccorso.
Fervido:     Per innalzare la verità o per mandarla al fosso?
Tiepido:     Come si può accusare il Papa di danneggiare la verità?
Fervido:     La confusione della sua mente modernista è una realtà.
Tiepido:     Ma Benedetto vuole il rientro di tutti noi sinceramente.
Fervido:     Come modernista, ma il modernismo è una follia della mente.
Tiepido:     Ma allora, che egli sia Papa ci credi ancora?
Fervido:     Certo, ma per la sua conversione prego tuttora.
Tiepido:     Che significa “come modernista”?
Fervido:     Che la nostra vera fede può solo perdere, non acquista.
Tiepido:     È il nostro benessere che egli vuole sinceramente.
Fervido:     Ma se respinge la nostra fede, non serve a niente.
Tiepido:     Che mancanza di spirito soprannaturale che dimostri!
Fervido:     Perché dico mostri ai mostri?
Tiepido:     Non tutto nella Chiesa è buio e oscurità!
Fervido:     Dove vedi un pizzico di vera luminosità?
Tiepido:     Un movimento verso la Tradizione è in atto!
Fervido:     Mentre persiste dei modernisti il controllo di fatto?
Tiepido:     Ma alla fine, è ancora la Chiesa di Dio la Chiesa ufficiale?
Fervido:     Certo, sono gli uomini di Chiesa che l’hanno ridotta male.
Tiepido:     Ma certo il Papa e Roma fanno buone azioni.
Fervido:     Già! “La via per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”
Tiepido:     Ma peggio del Vaticano II, può andare?
Fervido:     Terza guerra mondiale, Monsignore la usava chiamare.
Tiepido:     Sei troppo rigido. È allo scisma che porta il tuo pensiero.
Fervido:     Sempre meglio che minare il credo intero!
Tiepido:     Che tutte le autorità della Chiesa siano cattive, non si può dire.
Fervido:     La vera cosa triste è che le buone non hanno potere.
Tiepido:     Non è da sacerdoti dire che l’autorità è venuta meno.
Fervido:     Ma furono i vescovi a produrre il Secondo Vaticano!
Tiepido:     Ma, l’istinto cattolico guarda sempre alla cattolica magione.
Fervido:     Oggi per i cattolici non è più Roma la destinazione.
Tiepido:     Allora dov’è la Chiesa? Nella Tradizione? Sta solo qui?
Fervido:     Nell’“Una, santa, cattolica, apostolica”. Sta solo lì.
Tiepido:     Ah, ecco che risolvi il problema con una battuta!
Fervido:     No, è solo un inizio per impostarlo nella maniera dovuta.
Tiepido:     Noi confidiamo in Dio. Noi confidiamo nel Suo Sacro Cuore.
Fervido:     Bravo! Ma gli uomini devono fare la loro parte di mestiere.
Tiepido:     Non consiste solo nel lamentarsi questa loro parte.
Fervido:    È il mantenere la Tradizione la loro gravosa arte.
Tiepido:     Pur andando a Roma, indietro possiamo sempre tornare.
Fervido:     No. È la scia di Roma che ci toccherà seguire.
Tiepido:     Perché i Romani dovrebbero fermare il raddrizzamento?
Fervido:     Perché confidano nel nostro smantellamento.
Tiepido:     Rientrati nella Chiesa saremo noi a fare il lavoro!
Fervido:     Piuttosto perderemo la strada in mezzo alle tenebre loro.
Tiepido:     Ma noi siamo forti, con un vescovo più tre.
Fervido:     Solo che i tre non sono d’accordo con l’uno, ahimè!
Tiepido:     Noi siamo saldi nella Fede. I modernisti non sono una minaccia!
Fervido:     Potremo facilmente scivolare. Vuoi fare una scommessaccia?
Tiepido:     Saldi nella Fede, possiamo permetterci di accettare!
Fervido:     Ma questa Fede impone dagli eretici rifuggire.
Tiepido:     Ma “Gott mit uns”! Noi siamo la Fraternità!
Fervido:     No, se scegliamo di ignorare ogni buona precauzionalità.
Tiepido:     Una volta in regola, è da noi che i Romani impareranno!
Fervido:     O Cielo, no! È sotto un tram che ci butteranno.
Tiepido:     Una volta in regola, Roma cambierebbe il suo cuore.
Fervido:     Non prima di averci fatto piombare in mare.
Tiepido:     I nostri capi hanno la grazia di stato. Noi dobbiamo obbedire.
Fervido:     Fu con tutte le grazie che Paolo Sesto si volse a tradire.
Tiepido:     Noi manterremo la nostra forza proprio con la romana debolezza.
Fervido:     In realtà la romana debolezza è proprio gli errori che rafforza.
Tiepido:     Che risposta è, se vuoi avere sempre ragione?
                 Come si salva la Chiesa dalla sua brutta situazione?
Fervido:     La Chiesa è di Dio. Nell’occasione da Lui prevista
                 Vedremo la Sua straordinaria e sublime risposta.
                 Fino ad allora, la sete di giustizia e di fiducia ci tocca soffrire.
                 Ci tocca sopportare ciò che non possiamo guarire.
                 Sempre lontani dall’errore e dall’errante rimanendo,
                 e per le loro anime immortali sempre pregando.
                 E parlo della verità di Dio, anche se pochi stanno ad ascoltare –
                Sia per il prossimo sia per il vicino, il Suo aiuto sta per arrivare.

Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra


E NOI DA CHE PARTE STIAMO, DEL TIEPIDO O DEL FERVIDO? NOI PREFERIAMO DEL FERVIDO... 

ECCO INVECE L'ESEMPIO DI UN TIEPIDO: 

 "Non so quale sarà la situazione al momento della pubblicazione di questo Seignadou, ma penso non sia inutile riflettere insieme su quanto sta accadendo. Non parlo della buffonata « repubblicana » che ci stordisce, ma delle nostre relazioni con Roma. Recentemente mi è stato sottoposto un testo arricchito da questa domanda : « Quando dunque torneremo ai fondamentali della Fraternità ? Quando avremo l'umiltà di rispettare l'eredità del nostro fondatore ? » Credo di conoscere un po' la Fraternità – della quale sono membro da 35 anni – e di avere dunque il diritto di ricordare a tutti che i nostri « fondamentali » sono impressi a lettere d'oro nei nostri statuti : « Lo scopo della Fraternità è il sacerdozio e tutto ciò che vi si riferisce e nient'altro che ciò che lo concerne, cioè tale e quale l'ha voluto Nostro Signore Gesù Cristo quando ha detto: Fate questo in memoria di me. » Questa è l'eredità del nostro fondatore, questi sono i nostri « fondamentali » ; non ne abbiamo altri, e non vogliamo averne altri. La Fraterni non è un'armata schierata contro Roma, ma un'armata formata per la Chiesa.
In seguito, si è accennato al rifiuto di Mons. Lefebvre di proseguire sulla via di un accordo nel1988. E mi si cita Mons. Lefebvre : « Con il protocollo del 5 maggio [1988] saremmo subito finiti. Non saremmo durati un anno... » tutto ciò, sicuramente, per metterci in guardia ed invitarci a rifiutare ogni proposta romana, cosa che dovremmo fare « sotto pena di morte ».
Mi è arrivata ancora un'altra eco: « A Roma accadono cose gravi, gravissime... ma non posso dirvi di più ! » Ecco dunque che ho fatto un passo avanti!

Dunque, tentiamo di ragionare. Perciò sara bene ricordare gli avvenimenti del 1988. Dopo aver firmato un accordo il 5 maggio (che non era tanto un accordo quanto un testo imperfetto e perfino dannoso, che non ha lasciato dormire in pace Mons. Lefebvre), Monsignore il mattino del 6 maggio ha scritto una lettera al cardinal Ratzinger, non per rimangiarsi la sua firma (« Ieri, è con vera soddisfazione che ho posto la mia firma al protocollo elaborato nei giorni precedenti. Ma, lei stesso ha constatato una profonda delusione nel leggere la lettera consegnatami che mi recava la risposta del Santo Padre in ordine alla consacrazione episcopale ») ma per chiedere insistentemente che la consacrazione potesse aver luogo il 30 giugno, al fine di esser certo di avere un vescovo che continuasse la sua opera. La lettera del 6 maggio tratta interamente e unicamente questo punto : « Se la risposta fosse negativa, mi vedrei in coscienza obbligato a procedere alla consacrazione, basandomi sull'assenso dato dalla Santa Sede nel protocollo per la consacrazione di un vescovo membro della Fraternità. » Non è dunque su una questione dottrinale, né su quella dello statuto offerto alla Fraternità, ma sulla data di consacrazione del vescovo concesso, che il processo si è arrestato. Ed è da rilevare che la rottura delle relazioni è stata decisa allora, non da Mons. Lefebvre, ma dal cardinal Ratzinger il quale ha rifiutato la consacrazione episcopale per il 30 giugno.
(Ma, forse questo tiepido non ha mai letto l'omelia di Lefebvre che senza la Sua dolce intransigenza non saprebbe nemmeno come si chiama : 
" È per questo che siamo convinti che facendo oggi queste consacrazioni, noi obbediamo all’appello di questi papi e, di conseguenza, all’appello di Dio, perché esso ripresenta Nostro Signore Gesù Cristo nella Chiesa.
E perché, Monsignore, avete bloccato questi colloqui che tuttavia sembravano avere un certo successo? Precisamente perché, mentre apponevo la mia firma sul protocollo, nello stesso minuto l’inviato del cardinale Ratzinger che mi portava questo protocollo da firmare, mi consegnava una lettera nella quale mi si diceva di chiedere perdono per gli errori che facevo. Se io sono nell’errore, se insegno degli errori, è chiaro che mi si deve riportare alla verità. Allo spirito di quelli che mi inviavano questo foglio da firmare perché riconoscessi i miei errori, cioè:
«Se voi riconoscete i vostri errori, noi vi aiuteremo a ritornare nella verità».
E qual è questa verità se non la verità del Vaticano II? Se non la verità di questa Chiesa conciliare? È chiaro! Di conseguenza, è chiaro che per il Vaticano la sola verità che oggi esista è la verità conciliare, è lo spirito del concilio, è lo spirito d’Assisi. Ecco la verità di oggi. E questa noi non la vogliamo per niente al mondo, per niente al mondo! Ecco perché, constatando questa ferma volontà delle attuali autorità romane di ridurre a niente la Tradizione e di condurre tutti in questo spirito del Vaticano II e in questo spirito d’Assisi, noi abbiamo preferito ritirarci, evidentemente, e dire: Non possiamo, è impossibile. Non è possibile porci sotto un’autorità, poiché evidentemente ci saremmo posti sotto l’autorità del cardinale Ratzinger, Presidente di questa commissione romana che doveva dirigerci. Ci mettiamo in queste mani e, quindi, nelle mani di coloro che vogliono condurci allo spirito del concilio e allo spirito d’Assisi.
Questo non è possibile.

È per questo che ho inviato una lettera al Papa dicendogli chiaramente:
«Noi non possiamo, malgrado ogni desiderio che abbiamo di essere in comunione con Voi. Dato questo spirito che regna oggi a Roma e che Voi volete comunicarci, preferiamo continuare nella Tradizione, conservare la Tradizione, in attesa che questa Tradizione ritrovi il suo posto, in attesa che questa Tradizione ritrovi il suo posto nelle autorità romane, nello spirito delle autorità romane. Questo durerà quanto è previsto dal Buon Dio. Non sta a me sapere quando la Tradizione ritroverà i suoi diritti a Roma, ma penso che è mio dovere fornire i mezzi per attuare ciò che chiamerei operazione sopravvivenza, operazione sopravvivenza della Tradizione».

Oggi, in questa giornata, si compie l’operazione sopravvivenza, e se io avessi concluso quella operazione con Roma, proseguendo negli accordi che avevamo firmato e proseguendo con la messa in pratica di questi accordi, avrei compiuto l’operazione suicidio. Allora, non v’è scelta, sono obbligato, noi dobbiamo sopravvivere. Ed è per questo che oggi, consacrando questi vescovi, sono convinto di continuare, di far vivere la Tradizione, cioè la Chiesa cattolica.
)

Effettivamente, se Mons. Lefebvre avesse accettato che il protocollo del 5 maggio non fosse seguito dall'ordinazione episcopale, allora sì « col protocollo del 5 maggio saremmo presto finiti. Non saremmo durati un anno... », perché senza vescovo, saremmo stati consegnati alle buone (o cattive) volontà di Roma e dei vescovi.

Dopo il giubileo del 2000, Roma ha preso l'iniziativa di nuove relazioni. Oggi, lo stesso cardinale divenuto Papa ci ha detto che la Messa tridentina Messe non è mai stata abrogata (7 luglio 2007 : « Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato ») ; ha riabilitato i nostri 4 vescovi (21 gennaio 2009) ; ha accettato che conducessimo discussioni dottrinali per due anni, cose che Mons. Lefebvre non esigeva nel 1988. Non è esagerato dire che Mons. Fellay ha ottenuto più di quanto chiedesse Mons. Lefebvre, senza averne il prestigio né l'autorità morale.(assurda affermazione) Dunque, dovremmo essere più esigenti di Mons. Lefebvre e di Mons. Fellay ?

Qualunque sia la situazione di Roma, di tutto ciò che di inquietante ancora permane a Roma, il semplice buon senso e l'onestà dovrebbero condurci a considerare la situazione attuale con un occhio diverso da quello del 1988 ! (forse è cieco, oggi stiamo molto peggio del 1988)Per riprendere la formula di uno dei nostri vescovi, non bisogna fare del « ottanta-vittimismo » ! Non siamo più nel 1985 con Paolo VI, né nel 1988 con Giovanni Paolo II ma nel 2012 con Benedetto XVI. Che mi si dica che si nota che lo stato della Chiesa è ancora molto preoccupante, che il nostro Papa ha una teologia perfino strana, etc... l'abbiamo detto abbastanza, mi sembra ; ma che non mi si dica che lo stato delle cose è lo stesso del 1988. Ciò è contrario alla realtà e alla verità, e non può essere che l'effetto di un rifiuto più o meno segreto di ogni riconciliazione con Roma, forse anche di una mancanza di fede sulla santità della Chiesa, composta di poveri peccatori ma sempre governata dal suo capo Gesù Cristo e Santificata dallo Spirito Santo. La Fraternità San Pio X non è la Chiesa e non può « rispettare l'eredità del suo fondatore (povero tiepido, questo lo farà lui non certo noi, se non ha intenzione di rispettare l'esempio di Monsignor Lefevbre che vada a fare la calzetta insieme con chi vuole firmare l'accordo con Ratzinger e la sua combriccola di assassini della fede che conservandone lo spirito, il suo amore per la Chiesa e il suo desiderio di servirla come figlio che la ama, nella fedeltà alle sue benedizioni fondatrici.

Non so se tutti comprendono il peso della decisione che non appartiene che a Mons. Fellay, decisione nuovamente affidatagli dai nostri superiori riuniti ad Albano l'ottobre scorso, decisione presa con i suoi assistenti : cos'è che si aspetta la Chiesa dalla Fraternità nel 2012 ? Come deve rispondere la Fraternità ai « bisogni » della Chiesa oggi ?

Ciò richiede una virtù di prudenza altamente soprannaturale, ad un grado cui nessuno di noi ha la grazia di arrivare, perché ciò non dipende dalle nostre competenze né dalla nostra responsabilità. Solo Mons. Fellay e i suoi assistenti, avendo la totalità delle carte in mano, possono giudicare nella maniera più consona la situazione attuale. Piuttosto, la questione che ognuno deve porsi è quella della nostra benevolenza verso l'autorità e soprattutto della nostra fiducia in essa. Sono dodici anni che Mons. Fellay discute con Roma, con alti e bassi, per raggiungere finalmente risultati, e anche a questo risultato sorprendente, che forse nessuno ha rilevato : queste discussioni dottrinali che non hanno fatto rumore sulla pubblica piazza e che hanno permesso di poter dire a Roma ciò che pensiamo... al punto da farle terminare in un « mettersi di traverso » !

Pertanto, che cosa non si è capito riguardo al silenzio dei superiori intorno a queste discussioni ed ai documenti scambiati gli ultimi mesi e sulla loro grande discrezione in segno di rispetto per Roma e per il Santo Padre, interpretati come una forma di dissimulazione, un obiettivo di compromesso. Come si può dubitare della rettitudine dei nostri superiori in maniera così gratuita ed arbitraria ?

Ancora non si conosce la conclusione che Benedetto XVI vorrà dare a questi dodici anni di lento lavoro, di ricerca di una migliore comprensione, di preghiere e di rosari accumulati. È dunque l'ora della preghiera, come ci ha invitati Mons. Fellay, e della fiducia nella Chiesa. La Vergine Immacolata che onoriamo particolarmente in questo mese di maggio, saprà ottenerci tutte le grazie necessarie se noi non vogliamo nient'altro che la vittoria di suo Figlio e della Chiesa.

Don Michel Simoulin
cappellano di Fanjeaux

15 commenti:

  1. Ecco, grazie Gianluca ! leggo con molto piacere questo dialogo semiserio, bellissimo, eloquente e istruttivo di mons. Williamson !
    è molto simile alle favole di Esopo e Fedro, che contenevano sempre un chiaro insegnamento morale, e mi convinco di quanto buon senso e intelligenza dell'autentico cattolicesimo abbia questo Vescovo, ma anche di quanta capacità didattica, capace di farsi comprendere da tutti, colti e incolti, grandi e piccoli.
    E' evidente l'ammonimento indirizzato a coloro che si fidano ormai dei prossimi accordi e non vedono più le trappole nascoste nel "buon fine" insito nel prossimo "incontro" tra le due parti in trattativa, ad es. nella frase:
    "Ma il nostro Superiore ha la grazia di stato...." (significa "fidiamoci di lui, andrà bene ciò che deciderà"...chissà)
    ------------
    Mi spiace solo di andar di fretta oggi, ma rileggerò conn calma tutto il post di Gianluca e con piacere e grande attenzione i commenti di voi tutti.

    Voglio dire GRAZIE a Paradosi per le sue bellissime e profonde spiegazioni in risposta ai miei dubbi, grazie ad A.rita così disponibile e chiara e forte, grazie a Mardunolbo per le sue riflessioni in cui mi ritrovo sempre, grazie a Stefano, e dico poi grazie a Dio pensando: "meno male che ci sono al mondo anche pochi cattolici così fermi nella loro Fede, senza vacillare in mezzo ai venti di "rinnovamento per abbracci" e venticelli di (forse)illusorie pacificazioni...", e molti dicono che la FSSPX non può restare a lungo separata da questa Chiesa, sia pur ferita e stravolta.....

    ricordo bene quando Mons. Fellay disse:
    "Noi non andiamo a far pace col diavolo" e poi: "Restiamo semplicemente fedeli" ed altre simili dichiarazioni di fedeltà alla linea consueta di difesa della Tradizione da ogni inquinamento.
    Però anch'io tempo fa vi chiesi se ci possiamo fidare o no della sua "grazia di stato" , se egli deciderà per il bene di tutti, sia dei suoi che di tutti i cattolici che aspettano nuova luce...(qui pare che mons. Williamson dica "fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio"!)
    e poi....vedendo che affidava le sue decisioni alla Madonna, pensavo: "Farà soltanto la volontà di Dio, accettando gli accordi proposti da Roma?"
    e mi chiedo ancora: "E' volontà di Dio che la FSSPX accetti i prossimi accordi, credendo (illudendosi?) di non cedere MAI sulla Dottrina neanche uno iota, per essere elastici come si usa oggi?"
    E' questo che non capisco, se OGGI la volontà di Dio sia la riunificazione, così restando invariata la situazione di deriva di tutta la Chiesa, che avrebbe bisogno di tali forti risanatori, a detta di chi invoca l'accordo subito, anche solo giuridico......
    Cari amici, spiacente per ora di avere poco tempo, vi chiedo:
    che cosa ve ne pare di questo art. uscito su alcuni blog (chiesaepostconcilio, MIL etc.), dove si legge l'esortazione di d. Michel Simoulin a non essere "ottantisti", cioè a liberarsi di quella rigidezza del momento duro in cui Lefebvre agì in stato di emergenza, 1988 (come se oggi le cose fossero più incoraggianti per collaborare, Chiesa ufficiale e FSSPX ?

    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/04/santa-sede-fsspx-sempre-dalla-francia.html

    la situazione è davvero nebbiosa e indecifrabile, si ha paura sia di essere concessivi, sia troppo arroccati, e quale sarà la volontà di Dio, come la riconosceremo noi tutti, pecore e pastori ?
    ( leggerò più tardi i vostri pareri, grazie mille)

    RispondiElimina
  2. Troppo rispetto umano l'esortazione di M. Simoulin è l'inizio del cedimento!
    Io sto col fervido, il fervido avrà molto da soffire.
    Una domanda: Signore da chi andremo?
    CVCRCI

    RispondiElimina
  3. Invito tutti a soffermarsi sulla frase:
    Tiepido: Ma noi siamo forti, con un vescovo più tre.
    Fervido: Solo che i tre non sono d’accordo con l’uno, ahimè!

    Purtroppo questa è la conferma di ciò che ho sempre temuto e che da tempo dico a tutti: Roma ha voluto i "colloqui" con l'unico intento (nascosto) di dividere la Fraternità in due tronconi (tiepidi e fervidi, appunto) col fine di indebolirla.
    E proprio questo, temo, accadrà: Mons. Fellay firmerà gli accordi e la FSSPX si dividerà.
    Del resto è già successo che in passato diversi rivoli si staccassero dal fiume, ma in quel caso erano sacerdoti; questa volta sarà piu' dolorosa, ma ho fede in Nostro Signore. Sua è la Chiesa... a noi il compito non facile da doveroso di rimanere fervidi!
    Colgo l'occasione per ringraziare Gianluca del suo prezioso lavoro: è triste constatare come questo sia praticamente l'unico sito nel quale si possano leggere i commenti di Mons. Williamson e i discorsi di Mons. Lefebvre!!!

    Luigi

    RispondiElimina
  4. La linea del "Fervido" è perfetta, non è contaminata da "coniglieria acuta", tipica del "Tiepido".

    Il "Tiepido" è il tipico cattolico di mentalità italiana, sempre pronto ad addivenire a compromessi per non sentirsi inquietare l'animuccia.
    Per costui non è importante pagare per la verità ma tagliuzzare quest'ultima in percentuali sempre più infinitesimali pur di starsene in pace.

    Guardate la storia della Democrazia Cristiana, nel nostro paese, e ditemi se non è la stessa cosa? I democratici cristiani erano espressione di questo popolo, tutt'altro che disposto a combattere per qualcosa che non sia il proprio comodo.

    E in Italia, infatti, il Vaticano ci sta bene perché può farci tutti i comodi indisturbato. Tanto chi si prenderà la briga di giudicarlo o di ficcare il naso tra i suoi affari?

    Peccato che queste cose, nel campo della fede, abbiano poi conseguenze a dir poco disastrose!

    Paradosi

    RispondiElimina
  5. I "moscerini" che siamo noi umani si danno da fare come possono, poi la Mano del Signore fa il resto.

    E' sempre così! basta che qualcuno si dia da fare anche se il lavoro è ENORME! Di tal mole che è IMPOSSIBILE ottenere un risultato con le sole forze umane.
    Ma la fede ti fa iniziare poi il Signore ci penserà a portare a termine.

    Quand'anche si staccassero ancora rivoli e si spaccasse la FSPPX, non bisogna abbattersi!
    "NON CONFIDARE NELL'UOMO !"

    La Chiesa è scissa ed allo sbando perchè "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare "

    RispondiElimina
  6. Fervido: Solo che i tre non sono d’accordo con l’uno, ahimè!
    .........
    Poichè qui mi pare che l'autore stia parlando a nome di sè e degli altri due vescovi, e volendo capire un po' le posizioni all'interno della FSSPX, chiedo ad A. Rita e Gianluca, e ai bloggers più informati, se hanno notizia che questa affermazione (allusione) di mons. Williamson sia abbastanza attendibile, cioè:
    davvero i tre vescovi non concordano con mons. Fellay? riguardo alla decisione di firmare, o solo su qualche aspetto specifico dell'accordo ?
    dove si possono ravvisare questi segnali di dissenso ?
    Mi pare che ad es. mons. De Galarreta avesse detto: "Il poco bene che possiamo fare a Roma è molto più importante di quello che facciamo per conto nostro"....o sbaglio ? quel discorso, diffuso su vari blog l'anno scorso, mi fece pensare che quel vescovo fosse favorevole all'accordo anche più di mons. Fellay.

    Ester

    (PS. Ritengo che ogni coppia di quelle battute del dialogo, cioè di botta e risposta, sarebbe idonea a suscitare nel lettore, che sia minimamente sensibile alla mutazione ecclesiale in atto, gravi riflessioni e ricostruzioni storiche di sapore amarissimo...).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. penso che non ci sia motivo di dubitare delle parole di Mons Williamson,
      comunque per chi frequenta la FSSPX e si è informato sa
      che i 3 Vescovi non vogliono ( fortunatamente per noi pochi fedeli fervidi... ) l'accordo.
      In ogni caso i modernisti hanno raggiunto il loro obbiettivo;
      spaccare la Fraternità.

      Elimina
  7. Standing ovation per S.E.Mons.R. WILLIAMSON

    RispondiElimina
  8. Nel mio piccolo, posso dire che il messaggio di La Salette illumina in modo più che perfetto la situazione. Perché la Chiesa Cattolica ci ha confermato, che su quella montagna è apparsa e ha parlato la Gran Madre di Dio Maria Santissima. La storia e la Fede ci insegnano pure che, come è ovvio, la Madre celeste non parla a vanvera. E questa Madre Gloriosa, Santa più di ogni Santo, intima alle dinamiche della Trinità, Perfezione delle creature, Capolavoro di Dio, ebbene, questo Vaso di insigne devozione ha voluto dirci testualmente che: Roma perderà la Fede e diventerà la sede dell' Anticristo. Ecco il senso degli eventi da Roncalli in poi. Ecco perché anche se tutta la Fsspx entra nel baraccone demoniaco e anticristico, il cattolico NON ci entrerà MAI. Il Gregge potrà essere piccolo e minuscolo, al limite composto anche di UN SOLO cattolico (pensiamo a Giona o ad Atanasio!): anche così Gesù Cristo trionferebbe. E noi sappiamo che trionferà.
    Riccardo da aosta

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    Risposte
    1. Eccoci, Riccardo, hai detto benissimo! basta timori e preoccupazioni se la FSSPX firma o non firma accordi di comodo !

      E, come dice Michele qui sotto,il cattolico "anzi, ne uscirà.."dal baraccone demoniaco ed anticristico.

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  9. All'Anonimo: "...il cattolico non ci entrerà mai nel baraccone demoniaco e anticristico". Anzi, ne uscirà, come dice la Scrittura:" Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli" (Apocalisse 18,4). Come sappiamo da san Pietro (1Pt5,13) Babilonia simboleggia Roma.

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  10. Monsignor Fellay è un Vescovo saldo nella fede a cui deve andare tutta la nostra fiducia e doverosamente tutte le nostre preghiere a sostegno...in quantità.
    La sua dignità e la sua autorità vengono ancora da Dio, come deve essere e come è sempre stato nel Cattolicesimo...al contrario della chiesa conciliare dove spesso non è più così...
    Quindi calma.
    Non siamo noi a decidere per la Fraternità. Non siamo in democrazia. La Chiesa Cattolica non è una democrazia.

    Per chi sa l'inglese un amica dall'inghilterra ci ha spedito il testo dell conferenza scaricabile di Monsignor Williamson di qualche giorno fa.

    https://skydrive.live.com/redir.aspx?cid=a82bf48a9e3cf7e6&resid=A82BF48A9E3CF7E6!106&parid=A82BF48A9E3CF7E6!104&authkey=!AKB_fQXzb9_beI8

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    1. Per Ghergon, a proposito di saldezza nella fede:
      http://politicainrete.it/forum/religioni-filosofia-e-spiritualita/cristiani-e-cattolici/tradizione-cattolica/612-fraternita-san-pio-x-tra-deriva-e-naufragio.html

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  11. Mardunolbo se vuoi tagliare subito con Fellay e non nutri fiducia nel suo operato puoi farlo, ma nutro perplessità per il link che mi suggerisci, l'IMBC in stile guelfo nero o il neo sedevacantismo di Don Floriano che fa Messa non una cum!?
    Don Floriano è un sacerdote che per lo più stimo ma che è anche capace di sorprendenti controsensi, tipo il farsi pescare DI PROPOSITO da una troupe di comunisti (rai 3) con un libro di un nazista in mano...

    Poi alcuni dei punti del testo sono condivisibili certo...altri meno: una per tutti l'affermazione, sotto le righe, che Lefebvre sarebbe stato sedevacantista, cosa smentita da Don Ricossa.
    Alla luce di queste perplessità personalmente persisto nella prudenza e do fiducia, fino a prova contraria, a Monsignor Fellay.
    Ti ringrazio.

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  12. non che Fellay mi abbia fatto niente di male, ma non ne condivido la smania vaticaneggiante. Non hanno detto per anni che le scomuniche del guitto polacco erano invalide? Poi il coniglietto di Germania te le toglie e tu ringrazi il Cielo? Ma allora erano valide? E allora raccontavamo balle? bah. Cekada docet.

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