L’Arena di oggi a pag. 24 dedica un articolo di mezza pagina al caso delle vignette irrisorie e blasfeme di don Giovanni Berti, “il vignettista di Halloween”, estraendo “liberamente” dal nostro sito alcune informazioni. Il Centro Anti-Blasfemia non è espressione di www.agerecontra.it, è un gruppo autonomo con un suo proprio Presidente, che collabora anche con noi. Il Rosario previsto dentro la Basilica di Sant’Anastasia non era contro nessuno, ma in ringraziamento per due vittorie cattoliche: Lepanto, che salvò l’Europa cristiana dall’invasione islamica e, quest’anno, la recente liberazione della chiesa del co-patrono di Verona S. Pietro Martire dalla profanzione del culto luterano. (La Redazione)
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ANATEMA PER LE VIGNETTE DI DON GIOBA


BUSSOLENGO. I tradizionalisti cattolici del Centro Anti-blasfemia si scagliano su internet contro i fumetti del coparroco di Cristo Risorto. L’accusa: «Si diverte a rendere Gesù e Dio ridicoli». Il sacerdote non commenta e lascia che a parlare siano i disegni, che spiegano il Vangelo con l’ironia
Bussolengo. «Vignette blasfeme». Il coparroco di Cristo risorto, don Giovanni Berti, già soprannominato «vignettista di Dio» è sotto attacco. Su di lui è piovuta una specie di «fatwa», l’anatema del Centro Anti-Blasfemia, espressione dei tradizionalisti cattolici (www.agerecontra.it). Gli stessi che si sono scagliati contro monsignor Ezio Falavegna, monsignor Carlo Vinco, don Germano Paiola e se la sono presa anche con il vescovo Giuseppe Zenti che ha recentemente difeso questi preti dai loro attacchi per la questione della chiesa di San Pietro Martire data ai Luterani e per il rifiuto di aprire la basilica di Sant’Anastasia al loro rosario di «ringraziamento» contro la Chiesa di Verona.
La polemica contro don Giovanni si è sviluppata tutta su internet. Il prete è famoso per le sue vignette nelle quali cerca di spiegare il Vangelo puntando sull’ironia. L’Arena se ne era occupata già nel 2008. Un successo pastorale che è testimoniato dai numerosi contatti che registra il suo sito (www.gioba.it), dove il giovane parroco di settimana in settimana, spiega con una vignetta il Vangelo della domenica.
Insomma, sorrisi e pensieri evangelici (che poi è il sottotitolo del sito di don Giovanni) non sembrano godere della simpatia dei tradizionalisti che commentano sul loro sito: «Questa persona si diverte a rendere Gesù e anche Dio Padre ridicoli e blasfemi, attraverso delle vignette. Il mondo è pieno di atei che fanno vignette blasfeme contro Gesù, ma se è un prete a farlo, allora davvero è assurdo!».
L’analisi delle vignette va indietro nel tempo fino al 2005 e arriva a una conclusione perentoria: «Sia anatema». Che corrisponde a «Sia maledetto e vada all’inferno». Scrivono infatti i tradizionalisti: «Tutti dovremo un giorno comparire davanti al vero Signore Gesù Cristo, non davanti a quello partorito dall’immaginazione di don Giovanni Berti, ma al Giudice di tutta la terra».
E aggiungono: «Il nostro destino eterno dipende dal rapporto che avremo avuto con Lui. “Chi crede nel Figlio ha vita eterna; chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). Non abbiamo bisogno di vignette, fantasiose e blasfeme su Gesù, ma solo il Vangelo è verità salvifica. San Paolo ci ha avvertiti con la Lettera ai Galati (1,8-9). “Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!”».
Ma cosa risponde don Gioba? Il sacerdote preferisce non commentare l’accaduto. Indirettamente, però, sul sito dei tradizionalisti cattolici il coparroco aveva risposto così: «Faccio vignette a sfondo religioso da ben prima del 2005, come da voi scritto. Se andate al sito potete vedere che l’archivio inizia dal 2000. Ma già in seminario producevo vignette… ma allora non c’era ancora internet e rimanevano sulla bacheca in sala da pranzo». E prosegue: «La Curia è a conoscenza della mia produzione. Lo stesso ex vescovo Carraro mi sollecitava nella produzione. Inoltre la Diocesi già da alcuni anni utilizza i miei disegni e mi chiede collaborazioni per i sussidi diocesani».
Il religioso aggiunge a propria volta sempre su internet: «Molte parrocchie e associazioni cattoliche utilizzano le mie vignette per i loro giornali e opuscoli. Sono stato richiesto dalla Cei per una collaborazione ad un sito sulla comunicazione legato ad un convegno nazionale che si è svolto a fine aprile “Testimoni Digitali”. Ho prodotto alcune vignette anche per quel convegno». E rispondendo all’attacco fatto dai tradizionalisti cattolici sul sito internet conclude: «Il Vangelo ricorda che prima di richiamare un fratello pubblicamente (anche su internet), è bene farlo in privato. È nel Vangelo di Matteo al capitolo 18 (versetti 15 e seguenti). È scritto sia nella versione tradotta in italiano che in quella latina».
A quest’ultimo punto Matteo Castagna replica al coparroco di Cristo Rosorto: «Se da un lato quel passo evangelico è vero, dall’altro è norma comune della stessa teologia morale che ad atto pubblico (le sue vignette sono su internet quindi sono pubbliche) si risponda con un atto pubblico (in tal caso, sempre tramite internet). Ricordiamo che San Tommaso d’Aquino, in diverse sue opere, insegna che in casi estremi è lecito resistere pubblicamente ai chierici e persino ad una decisione pontificia».