Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

mercoledì 27 ottobre 2010

Cristianofobia in Cina. Semen est sanguis christianorum .




 


articolo di Fabio Bernabei (Il Borghese, novembre 2010, anno X, n. 11)

«Nei quasi 1.500 laogai (lager cinesi) attualmente attivi, si presumono imprigionati da tre a sei milioni di persone, molti dei quali vi si trovano solo perché credenti».
L’agghiacciante dato è contenuto nel rapporto «La persecuzione dei cattolici in Cina» pubblicato nel 2009 dalla «Laogai Research Foundation Italia», presieduta da Toni Brandi, che documenta come nei campi di concentramento i reclusi lavorano oltre 12 ore al giorno, senza alcuna retribuzione, tra violenze ed abusi di ogni genere.
La persecuzione dei cattolici in Cina, non è certo una novità ed inizia nel 1949 con Mao Tse Dong.
Padre Angelo Lazzarotto, nel suo libro La Cina di Mao processa la Chiesa, ha ricostruito l’inizio della repressione dei cattolici alla fine degli anni 40 attraverso il racconto dei missionari del PIME che in quegli anni aveva in Cina 153 missionari.
Molti sono gli esempi di eroismo e di martirio offerti dalla Chiesa Cattolica clandestina da allora. Il Cardinale Kung Pin Mei fu arrestato e trascinato allo stadio per confessare davanti a migliaia di persone il suo crimine di essere Cattolico. Invece gridò: «Viva Cristo Re, Viva il Papa!». La folla ripeté in coro le stesse parole e il Cardinale fu incarcerato per 32 anni.
Il Vescovo Giuseppe Fan Xueyan passò gli anni dal 1958 al 1991 in prigione, dove fu ucciso mediante percosse che gli spaccarono il cranio. I suoi resti furono consegnati alla famiglia in una busta per la spazzatura.
Le pagine più dolorose arrivano quando le pressioni sui religiosi si allentano e dalla persecuzione tipicamente sanguinaria e cruenta comincia una strategia tesa ad allontanare i cattolici cinesi dal Papa. Lo scopo viene raggiunto tagliando le comunicazioni con Roma, reclutando tra i cattolici elementi «patriottici» disposti a lavorare con Pechino. Il punto cruciale è la nomina dei vescovi che progressivamente viene tolta alla Santa Sede e consegnata alla Ap.
Ufficialmente la Chiesa cattolica in Cina sarebbe formata da 4 milioni di fedeli, ma il dato riguarda i soli aderenti alla Associazione patriottica cattolica cinese (Ap) che dipende dal Partito Comunista. Tale cifra non include i cattolici della chiesa «sotterranea» (perché ufficialmente non può esistere) fedele al Papa, e quindi il numero reale dei cattolici raggiungerebbe la cifra di 16 milioni.

Maestri nella guerra psicologica e nella propaganda, i comunisti nascondono la repressione dei fedeli a Roma dietro alla Costituzione della Repubblica Popolare che formalmente contiene princìpi di uguaglianza, giustizia e libertà.
L’art. 36 della stessa, però, contiene una formulazione che capovolge le enunciazioni di principio: «Nessuno può far uso della religione per intraprendere attività che danneggino l’ordine pubblico, compromettano la salute dei cittadini o interferiscano con il sistema educativo dello Stato. I beni e le attività religiose non sono soggette ad alcuna dominazione straniera».
Dal 1994 poi, i «Regolamenti per le Religioni», spacciati per una svolta liberale del regime, obbligano tutte le comunità religiose a registrarsi presso l’Ufficio Affari Religiosi che controlla e, di fatto, impedisce il lavoro pastorale e la pratica religiosa: un funzionario del partito decide quali riti praticare e come, quali Sacramenti amministrare e a chi; cosa insegnare al catechismo e a chi.
Quando nel maggio 2007 in una lettera ai cattolici cinesi Benedetto XVI metteva in luce il fatto che l’Associazione patriottica ha fini contrari alla fede cattolica, la diffusione della lettera fu bloccata, il testo cancellato dai siti web cattolici cinesi, e venne lanciata una campagna contro l’«ingerenza» dello Stato del Vaticano negli affari interni della Cina.
Nonostante questo, nell’aprile dell’anno dopo, il Papa inviò una nuova missiva ai vescovi cinesi, raggiungendone 90 tra Chiesa «ufficiale» e Chiesa «sotterranea», impiegando a volte alcuni mesi per giungere a destinazione.
In essa il Pontefice sottolinea «i princìpi fondamentali della fede cattolica» e domanda a tutti i prelati di «esprimere con coraggio il vostro ufficio di pastori».
La creazione di una Chiesa cattolica di regime, unita alla politica del bastone e della carota verso le gerarchie, ha infatti creato una situazione ambigua contro la quale si è levata recentemente anche la voce del card. Joseph Zen di Hong Kong che ha implorato vescovi e preti della Chiesa ufficiale di rifiutare compromessi, esortandoli ad avere le virtù di santo Stefano, il primo martire e a non sottostare alle indicazioni dello Stato contrarie alla fede.
Nell’articolo dal titolo «Ispirazione dal martirio di santo Stefano», il card. Zen cita coloro che nella Chiesa cinese elogiano il compromesso e l’equidistanza: «Qualcuno, parlando ai fratelli della comunità non ufficiale [sotterranea] pare aver detto: Noi siamo molto intelligenti nell’accettare il compromesso! (...) Essi ci danno soldi. Noi possiamo prenderci cura dei fedeli, ma voi preferite andare in prigione; preferite morire», e il porporato aggiunge: «Dunque il martirio sarebbe divenuto una stupidaggine? È assurdo! Questa è una visione miope!».
Il card. Zen ha concluso il suo appello con un invito fraterno ed al tempo stesso profetico: «Cari fratelli vescovi e sacerdoti, guardate all’esempio di santo Stefano; a tutti i martiri della nostra storia! ... Ricordate, le nostre sofferenze per la fede sono la fonte della vittoria, anche se al momento esse possono sembrare una sconfitta».
In effetti numerosi osservatori indipendenti registrano come negli ultimi anni l’incessante repressione, che ha coinvolto, talvolta, anche membri della Chiesa Patriottica, ha fatto crescere un inaspettato riavvicinamento al Pontefice ed alla Santa Sede.
Nonostante gli ultimi sessanta anni di uccisioni, carcerazioni ed atroci persecuzioni la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, instaurata da Matteo Ricci all’inizio del 1600, è ancora forte e presente in Cina e il numero dei Cristiani è in continuo aumento.
Se le persecuzioni non diminuiscono, aumentano però le Grazie soprannaturali che sgorgano dal sangue dei martiri come ai tempi delle catacombe nell’antica Roma.
Un fenomeno che fece gia' dire all’apologeta Tertulliano che: «Semen est sanguis Christianorum», «Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani!»

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.